L'obiettivo del Tesoro è di tagliare almeno 6,6 miliardi di euro per ridurre di un migliaio di euro l’Irpef. O in alternativa di introdurre misure analoghe di decontribuzione. Tutto, comunque, senza ricorrere a maggiore flessibilità del deficit. E poi una riduzione dell’Irap. Che però nel 2014 sarà solo del 5%, visto che l’aumento del prelievo sulle rendite finanziarie scatterà solo dal primo luglio e quindi consentirà di coprire solo la metà di quel 10% di riduzione d’imposta previsto a regime. "Ora che la politica sta dando il buon esempio, non ci saranno più santuari intoccabili". È questo lo spirito che animerà lo "Sforbicia-Italia", il piano di taglio degli enti annunciato dal premier Matteo Renzi su Qn.
Matteo Renzi è totalmente concentrato sulla pratica del Def. "Lo sta correggendo da solo - racconta il leader dell'Udc Pierferdinando Casini - Matteo ha una capacità di lavoro impressionante". Fatti i conti, il pil di quest’anno dovrebbe attestarsi attorno allo 0,8%, più in alto dello 0,6% indicato dalla commissione Ue, ma anche sotto l’1% previsto dall’ultimo aggiornamento del Def. Non è previsto alcun sforamento sul deficit, per finanziare misure. Per quest’anno si attesterà tra il 2,5% (indicato dal governo lo scorso settembre) e il 2,6% (ora stimato dalla commissione Ue). Ma la conferma che si vogliono rispettare i vincoli europei arriva dalla previsione per il 2015: il deficit scenderebbe all’1,8%, un valore lievemente superiore all’1,6% previsto a settembre dello scorso anno ma che rispetterebbe i criteri di riduzione e sarebbe ben lontano dalla soglia del 3% oltre la quale scattano le sanzioni Ue. Rimane il nodo debito. Su questo il governo sta ridefinendo il quadro di rientro che dal 2015 vedrebbe scattare il fiscal compact e richiederebbe forti manovre correttive. Sul debito pubblico, in particolare, si scaricherebbero gli effetti dei maggiori rimborsi per la Pa, rallentando così il decalage ora previsto. Uno nodo che il governo dovrà trattare con l’Europa e sul quale, prima di prevedere modifiche, è necessario anche il voto favorevole del parlamento. Il Def conterrà anche gli impegni che il governo attuerà la prossima settimana con il decreto taglia-tasse. Non indicherà nel dettaglio i capitoli di spesa, ma gli importi che ci si propone di realizzare con la spending review. Per il 2014 saranno pari a 6,6 miliardi, quanto serve per aumentare di 80 euro al mese le buste paga dei redditi medio bassi, con il meccanismo delle detrazioni.
Il governo è al lavoro per la messa a punto dei prossimi provvedimenti economici. Per tutto il fine settimana Renzi ha lavorato, in continuo contatto telefonico, con il ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan. Primo obiettivo: definire il quadro macro economico, cioè l’impalcatura sulla quale costruire gli interventi per il rilancio dell’economia, riorganizzando lo Stato. Ci saranno scelte, anche radicali, come la cancellazione di organismi considerati inutili. D'altra parte, alla presentazione del ddl costituzionale, il capo del governo aveva fatto notare che l'abolizione di Senato, Province e Cnel è solo "l'antipasto" di una più ampia dieta. "Interverremo su tutte le sacche di micropotere e sottopotere - aveva annunciato - santuari che finora nessuno ha mai pensato di toccare, e non risparmieremo nessuno". Mettere mano alla Pubblica amministrazione significa anche andare a smontare l’architettura dello Stato. Nel mirino finirà un'accozzaglia di strutture come le 103 Ragionerie territoriali, le 103 Commissioni tributarie provinciali, le 107 sedi distaccate dell’Agenzie delle Entrate, le direzioni locali del ministero del Lavoro, le 32mila stazioni appaltanti e, ovviamente, le 4.800 municipalizzate che gestiscono i servizi degli enti locali.
Le Camere di Commercio, invece, verrebbero completamente cancellate alla stessa stregua di enti bollati come "inutili" (Aci, Motorizzazioni e Consorzi di bonifica). Il tutto produrrà quei circa 85mila esuberi che fanno venire la pelle d'oca ai sindacati. "Già da ora in tanti possono cominciare a tremare", dicono fonti vicine al governo sentite dal Corriere della Sera.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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