"Ci avete diffamato". Il Pd minaccia querele per zittire Donzelli e Delmastro

I dem nelle prossime ore presenteranno querele e richieste di risarcimento nei confronti dei due esponenti di Fratelli d’Italia. La sparata di Misiani: “Squadrismo fascista”

"Ci avete diffamato". Il Pd minaccia querele per zittire Donzelli e Delmastro

Prosegue senza sosta il dibattito sul caso Alfredo Cospito e sulle azioni dell’onorevole Giovanni Donzelli e del sottosegretario Andrea Delmastro. I due esponenti di Fratelli d’Italia devono fare i conti con ripetuti attacchi da parte delle forze di opposizione, con il Pd in prima linea tra querele e richiesta di risarcimento danni. “Io voglio sapere se la sinistra sta dalla parte dello Stato o dei terroristi”, le parole di Donzelli riferite al caso del leader anarchico in regime di 41 bis e alle visite al detenuto in carcere di una delegazione dem. Intervistato dal Biellese, invece, Delmastro ha invitato i parlamentari di sinistra in visita a Cospito a “spiegare l’inchino ai mafiosi”: “In un'intervista al Fatto Quotidiano Verini ha confermato quella visita, ma soprattutto anche che Cospito ha detto che avrebbe parlato con loro solo dopo che la delegazione avesse sentito anche due boss Di Maio e Presta, molto interessati all'abolizione del 41 bis. Una richiesta che la delegazione del Pd non ha rifiutato, accettando di fare questo 'inchino’ parlando con i due criminali". Affermazioni che hanno spinto i dem ad alzare l'asticella.

Il Pd denuncia Donzelli e Delmastro

Querele e denunce necessarie secondo il Nazareno, a causa delle“gravi affermazioni, ripetutamente effettuate dagli stessi in diversi contesti, diffamanti e lesive della onorabilità dei parlamentari Pd e gravemente offensive della storia e dell'impegno di una forza politica che ha avuto e continua ad avere come proprio valore fondante la lotta alla criminalità organizzata e a ogni forma di terrorismo”. A mo’ di provocazione, i gruppi parlamentari del Pd hanno sottolineato di essere certi che i due parlamentari di Fratelli d’Italia “si assumeranno la responsabilità delle loro gravi affermazioni senza nascondersi dietro l'immunità parlamentare”.

Clima di altissima tensione, con botta e risposta al vetriolo. Non mancano le sparate lapalissiane, come quella del senatore dem Antonio Misiani, tra i primi a riciclare l’immarcescibile pericolo fascismo: “C'è una sola espressione possibile per definire l'attacco a testa bassa contro l'opposizione di Donzelli, Delmastro e dei loro camerati di Fratelli d'Italia: squadrismo fascista. È c'è una sola cosa che possono fare: dimettersi. Subito”.

Non poteva mancare l’intervento di Elly Schlein, sempre in prima fila alla ricerca di consensi in vista delle primarie. “Quello che sta accadendo è di una gravità istituzionale inaudita”, il j’accuse:“Un sottosegretario che rivela informazioni sensibili, per stessa ammissione del ministro Nordio, per essere utilizzate da un esponente della maggioranza per manganellare l'opposizione. Sono metodi squadristi a cui ci opporremo rivendicando le prerogative dell'opposizione”. In attesa di querele e denunce del caso, viene tirato in ballo anche il primo ministro.

Il Pd esige una presa di distanze da parte di Giorgia Meloni: “Dispiace che il presidente Meloni faccia finta di niente perché i fatti sono gravi e se non sente il bisogno di intervenire siamo costretti a pensare che abbia tollerato o addirittura approvato quanto avvenuto”, l'offensiva della Serracchiani.

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