Allarme obesità. Si apre a La Sapienza di Roma un master sulla malattia

Il prorettore Adriano Redler:«Riduce del 10-15 per cento l'aspettativa di vita e costa 11 miliardi l'anno al servizio sanitario nazionale. Fondamentale la prevenzione e un trattamento adeguato».

Grasso può essere anche bello, ma certo non è salutare. L'allarme in Italia rimane alto per il problema dell'obesità patologica.
Nell' ultimo quinquennio si è registrato, infatti, un aumento del 9 per cento dei pazienti in grave sovrappeso e proprio a questo male sono attribuiti 52 mila decessi l'anno.
«La diffusione sociale del fenomeno dell'obesità patologica- spiega il professor Adriano Redler, prorettore dell'ateneo romano La Sapienza- ha assunto il carattere di una vera e propria endemia. Questa malattia determina l'insorgenza di patologie correlate come ipertensione arteriosa, diabete mellito di tipo 2, insufficienza respiratoria, artropatie da carico e molte altre che rendono molto bassa la qualità di vita di queste persone, senza tener conto degli aspetti relazionali e nel complesso ne riducono di circa il 10-15 per cento le aspettative di vita»
Ma l'obesità è anche il secondo rischio prevenibile per la salute, dopo il fumo. Questo vuol dire che molto si può fare per evitare che si manifesti e perduri, con tutte le sue conseguenze negative.
Redler, che dirige il Dipartimento di Schienze chirurgiche del policlinico, crede molto nella prevenzione e nel trattamento dell'obesità. Ha dunque creato nel policlinico universitario Umberto I un team di specialisti, dall'endocrinologo al nutrizionista, dallo psicologo al chirurgo, che possano dare una risposta a 360 gradi a questo tipo di pazienti, che spesso incontrano gravi difficoltà a contrastare il loro male.
«La chirurgia dell'obesità- spiega il professore- può assicurare una cura definitiva nel 60-80 per cento dei pazienti. Non solo facendo perdere peso "durevolmente" agli obesi, ma ottenendo un impatto importante sulle malattie metaboliche. Alcuni interventi, ad esempio, curano il diabete nell'80-100 per cento dei casi».
Molto importante è anche la formazione degli specialisti che devono affrontare questa patologia e Redler ha voluto un master universitario di secondo livello su «Obesità, chirurgia bariatrica e metabolica».
É iniziato proprio in questi giorni nella capitale e proseguirà fino a ottobre 2014. Redler lo dirige, il coordinatore è il professor Giovanni Casella e vi insegna un pool dei migliori specialisti della Sapienza. Si tratta di una settimana di attività didattica al mese, con interruzione per luglio e agosto.
Prevenire e curare bene questi pazienti ha anche significative ricadute dal punto di vista economico.
«Il paziente obeso - dice Redler- ha un "peso" notevole sulla società e sui bilanci del sistema sanitario nazionale. Si tratta di 11 miliardi di euro di costo sanitario per la popolazione obesa e in sovrappeso, a cui vanno aggiunti circa 12 miliardi di costi sociali, dall'assenteismo al minor rendimento, all'invalidità... I costi individuali, poi, sono incalcolabili.

Il solo consumo di farmaci è aumentato in media di 10 volte rispetto al cittadino con un peso normale e anche questo onere è tutto a carico del servizio sanitario, visto che l'obeso ha diritto all'esenzione totale. É stato calcolato che per ogni paziente obeso la perdita di 7 chili di peso consentirebbe un risparmio di 390 euro l'anno solo di farmaci».

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