Una sferzata sul caso Almasri e un messaggio alla sinistra manettara. L’ex ministro degli Interni in quota Pd, Marco Minniti, bacchetta le opposizioni e smonta la narrazione giustizialista che, da diversi giorni a questa parte, sta inglobando l’intero dibattito pubblico. Se sulla vicenda del cittadino libico Minniti invoca il pragmatismo e assolve il governo Meloni, a sorprendere sono le parole sull’inchiesta che sta colpendo l’esecutivo di centrodestra.
“Credo che davanti a un esposto non sia automatica l’apertura di un’indagine, si valuta la congruità”, spiega Minniti. Il riferimento è alla denuncia presentata dall’avvocato Luigi Li Gotti, da cui poi nasce l’intera indagine nei confronti della premier e non solo. La procura, prima ancora di sentire le audizioni dei ministri coinvolti, aveva già notificato a Meloni l’iscrizione nel registro degli indagati. Indagati per il caso Almasri, oltre alla premier, Giorgia Meloni, risultano anche il ministro dell'Interno Matteo Piantedosi, quello della Giustizia Carlo Nordio e il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Alfredo Mantovano. L’accusa è quella di peculato e favoreggiamento per il rimpatrio del Comandante della prigione libica di Mittiga, Osama Njeem Almasri.
Minniti ribalta questa narrazione e instilla un dubbio nella legittimità dell’azione della Procura. “La valutazione della Procura è legittima, certo. Tuttavia, essenziale è il momento. Se un esposto sottolinea criticità nell’azione del governo ed è prevista per il giorno dopo l’audizione dei ministri della Giustizia e dell’Interno, forse è doveroso aspettare le due audizioni, anche per valutare meglio la fondatezza dell’esposto. Ed evitare così un effetto molto negativo”, spiega l’ex titolare del Ministero dell’Interno.
Una lezione che, sicuramente, non potrà essere bollata come frutto della destra più reazionaria. Minniti, d’altronde, è una personalità da sempre legata alla sinistra e, in particolare, al Nazareno. Ma la divergenza tra l’ex ministro e l’attuale organigramma dem è abissale perfino sul caso Almasri. La retorica buonista del Pd si scontra con il pragmatismo di Minniti. “La Libia è strategica”, spiega. Ed evidenzia quello che, per voce dei suoi ministri, il governo ribadisce con forza da giorni. Il vero nodo della questione rimane la sicurezza nazionale: “La Libia era ed è una questione di interesse nazionale al suo livello più alto: la sicurezza nazionale, cioè l’incolumità anche fisica di ogni cittadino.
Un pezzo grande di sicurezza nazionale si gioca fuori dai confini nazionali". Io, conclude Minniti,“avrei usato sin dall’inizio il tema della sicurezza nazionale”. Un consiglio sul quale l’intero arco parlamentare dovrà riflettere.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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