L'allora ministro del Lavoro, Enrico Giovannini, ne era certo: "Col bonus giovani puntiamo a far diminuire la disoccupazione tra i 18 e i 29 anni di due punti percentuali, un calo della stessa portata è possibile per il tasso dei Neet (i giovani che non studiano, non lavorano e non si formano)". Il governo Letta seguiva la stessa linea ottimistica: "Il piano coinvolge 200mila giovani, per la metà come nuovi occupati creati proprio grazie alla decontribuzione". Era il giugno 2013 quando l'esecutivo approvava un pacchetto di misure volte a detassare le assunzioni dei giovani under 30 e a ridurre la piaga della disoccupazione. Da lì a qualche mese, toni trionfalistici furono espressi anche dall'Inps che, nell'ottobre dello stesso anno, certificava: "Le domande presentate dalle aziende per ottenere i benefici previsti sono quasi 11mila".
Il 3 novembre Letta si scontrò ferocemente con Beppe Grillo e col Corriere della Sera che criticavano la reale efficacia della misura. Ma Letta ribatteva: "Disinformazione, grazie al bonus, ad ottobre 14mila giovani hanno trovato lavoro. L'obiettivo finale dell'intero progetto, triennale, è di 100mila giovani occupati. E il fatto che al primo mese si sia arrivati già al 14% del totale è evidentemente un buon segnale. Al contrario di quanto si legge sul Corriere della Sera che bolla come un mezzo flop l'operazione".
Infatti non è stato un mezzo flop, ma un intero flop. E la conferma è arrivata oggi dall'Inps. Secondo i dati dell'istituto di previdenza, a fine giugno le domande confermate sono poco più di 22mila. "Al 23 giugno, si legge negli ultimi dati elaborati dall'Inps, il numero totale delle domande di prenotazione arrivate per l'assunzione di giovani disoccupati erano 28.606, ma tra queste 5.499 sono scadute (andavano confermate entro la settimana successiva alla prenotazione). Le domande confermate sono 22.124. Il beneficio per ogni lavoratore assunto con il bonus è di un terzo della retribuzione lorda fino a un tetto di 650 euro al mese per un massimo di 18 mesi (12 mesi nel caso di trasformazione di un contratto a termine in un rapporto a tempo indeterminato). Quindi se si calcolano circa 8.000 euro in un anno per ogni assunto (il bonus varato nel decreto legge approvato esattamente un anno fa vale per le assunzioni fatte a partire dal 7 agosto 2013 mentre il click day è partito il 1 ottobre) al momento sono stati spesi meno di 160 milioni di euro (circa 7.150 euro per 11 mesi per 22.000 assunti considerandoli tutti assunti dall'inizio e tutti con il beneficio massimo cosa che naturalmente non è).
Non basta quindi il taglio totale dei contributi per 18 mesi per convincere le aziende ad aumentare il personale. Colpa della crisi e della prudenza delle imprese. Se infatti a metà ottobre 2013 le domande arrivate erano 11.
000 e a metà dicembre 18.000, il numero delle richieste ha rallentato fortemente nei mesi successivi. Insomma, le previsioni di Letta e Giovannini si sono scontrate con la dura realtà.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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