Anche a Montecitorio l'esito non è scontato: e se il Cav vincesse?

Da dicembre a oggi la coalizione Pd-Sel ha perso 8 punti. Se la discesa dovesse continuare, al Cav basterebbe guadagnare poco di più per vincere alla Camera

Il segretario del Pd Pier Luigi Bersani a Radio 105
Il segretario del Pd Pier Luigi Bersani a Radio 105

E se la partita si fosse spostata alla Camera? Mentre Pier Luigi Bersani dirotta le truppe democratiche sulla Lombardia, chiamando a raccolta anche Matteo Renzi, per riuscire a vincere la sfida a Palazzo Madama dove la partita si gioca su alcune regioni chiave, la rimonta di Silvio Berlusconi e il crollo del Pd hanno fatto cambiare anche gli scenari per Montecitorio. Nell'Osservatorio politico sul Sole 24Ore, Roberto D'Alimonte ha spiegato che "se continua la discesa del Pd e di Sel al cavaliere basterà guadagnare poco più di quello che ha in cassa ora per tornare a giocarsi la partita alla Camera".

Da qui alle elezioni non saranno più pubblicati sondaggi né analisi. Adesso si specula sulle sensazioni. Non c'è niente di certo. Eppure la tensione di Bersani e la fregola di Mario Monti di firmare quanto prima un inciucio con la sinistra la dicono lunga sullo scenario politico che vede il Cavaliere in netta rimonta. Una rimonta che, dopo l'exploit negli studi di Michele Santoro, si è consolidata giorno dopo giorno portando l'asse Pdl-Lega Nord a un passo dalla sinistra al Senato. Gli occhi di Bersani sono, infatti, puntati su quelle regioni chiave - come la Lombardia, la Sicilia e la Campania - che potrebbero determinare la maggioranza a Palazzo Madama. Qui, il leader piddì sta impiegando le principali forze per strappare seggi importanti all'ex premier. "Diversi sondaggi pubblici pubblicati venerdì scorso davano ancora un distacco di 5-6 punti percentuali tra le due coalizioni", ha spiegato D'Alimonte facendo notare che è possibile che questi dati "non diano una fotografia del tutto accurata dallo stato dell'opinione pubblica". Nelle ultime settimane si è, infatti, eroso il largo margine di vantaggio dei democratici. Bersani e compagni pagano l'implosione dei consensi ottenuti alle primarie (quando la coalizione Pd-Sel era sopra il 35% dei consensi), lo scandalo che ha travolto il Monte dei Paschi di Siena, i balletti con Monti e centristi per imbrogliare gli italiani e governare anche senza voti e il fuoco amico di Beppe Grillo e Antonio Ingroia. "Quello cui abbiamo assistito in queste ultime settimane di campagna elettorale non è solo il recupero, largamente prevedibile, del Cavaliere - ha continuato D'Alimonte - ma la lenta erosione del Pd e del suo alleato Sel".

Basta dare un'occhiata alla curva dei sondaggi per capire che D'Alimonte ha ragione. Nelle ultime settimane, è stato riscontrato un nuovo boom del Movimento 5 Stelle, che ha banchettato sulle macerie dei democratici scossi dalle indagini su Mps, e un inatteso exploit di Rivoluzione civile, che ha portato via molti voti a Nichi Vendola. Insomma, secondo i dati Ipsos, "a partire da metà dicembre, il Pd ha perso quasi sei punti percentuali", mentre la coalizione nel suo complesso "ne ha persi quasi otto".

Dall'altra parte, Berlusconi ha consolidato la rimonta portando il centrodestra a un soffio dalla sinistra. Secondo D'Alimonte, infatti, "se continua la discesa del Pd e di Sel al cavaliere basterà guadagnare poco più di quello che ha in cassa ora per tornare a giocarsi la partita alla Camera".

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