Angela Raffa, la grillina che si ispira alla Thatcher e rifiuta le quote rosa forzate

La deputata del M5S è contraria alle quota rosa a tutti i costi: "Una donna dev'essere candidata perché vale, non perché è donna". Nel 2019 finì nella bufera per una foto con Salvini

Angela Raffa, la grillina che si ispira alla Thatcher e rifiuta le quote rosa forzate
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È una grillina per certi versi atipica: non sogna minimamente di voltare le spalle al corso di Giuseppe Conte, ma alla base della sua esperienza politica figurano concetti non proprio assimilabili al nuovo Movimento 5 Stelle che da diversi anni ha sposato la causa del centrosinistra e delle sue battaglie di facciata. Angela Raffa prende ispirazione altrove e non sorride a chi porta avanti la tiritera delle quote rosa forzate nell'ambito della politica.

Nasce il 26 gennaio 1993 a Messina. Dal 2012 al 2016 è collaboratore familiare nella piccola impresa di famiglia, nell'amministrazione e nelle aree di cantiere. Si occupa di contabilità, buste paga, manovratore di mezzi meccanici. Nel 2016 consegue la laurea triennale in Economia aziendale all'Università degli Studi di Messina discutendo una tesi sull'istituto e sul funzionamento dell'Antitrust. Subito dopo fonda la sua startup, Stone srl, nel settore edile e dei materiali biocompatibili.

Nel 2018 viene eletta alla Camera dei deputati e, al fine di evitare possibili incompatibilità, decide di lasciare ogni incarico e cede le proprie quote societarie. È la parlamentare più giovane in carica nella XVIII legislatura, diventando così la più "piccola della classe" a Montecitorio a soli 25 anni. Alle elezioni politiche del 25 settembre 2022 viene rieletta nel collegio plurinominale Sicilia 2 - P01 e diventa componente della VI Commissione (Finanze).

Il Movimento 5 Stelle entra a far parte della sua vita nel 2011. Inaugura il percorso tra rappresentante di lista, riunioni, iniziative e meetup locali. Si occupa principalmente di trasporti e infrastrutture, restando affezionata a una figura politica ben precisa: Margaret Thatcher. Perché proprio la Lady di ferro? Il leader del partito conservatore britannico divenne la prima donna a ricoprire il ruolo di primo ministro nel Regno Unito.

In un'intervista al Corriere della Sera spiega che per lei rappresenta un vero e proprio simbolo: "È stata lei con le sue grandi capacità a far apprezzare le donne in politica, ad aprirci la strada". E, proprio sulla base della sua stella polare, rifiuta con forza l'idea di rispettare le quote rosa a prescindere e in via forzata: "A me le quota rosa a tutti i costi non piacciono: una donna dev'essere candidata perché vale, non perché è donna".

Dal 2018 al 2022 assiste ai clamorosi ribaltoni di governo e di maggioranza. Una legislatura che vede il M5S prendere parte a tutti gli esecutivi, dal gialloverde con la Lega a quello di Mario Draghi passando per il giallorosso con il Partito democratico. Nel 2019 si rende protagonista di una vicenda che scatena la reazione del Movimento, con alcuni esponenti che la mettono nel mirino in seguito a una fotografia che non passa inosservata agli attenti occhi dei social.

Il 25 aprile di quattro anni fa non ci pensa due volte e pubblica un'immagine che la vede al fianco di Matteo Salvini. In quel post rivendica non solo la nascita ma anche l'operato portato avanti dal governo gialloverde: "Tante le differenze e la distanza. Eppure gli italiani, con il loro voto, hanno voluto fare vincere queste due forze politiche. Abbiamo fatto tanto. Molte le leggi approvate. Eppure ogni giorno giornali e tv profetizzano la crisi di governo". Addirittura si spinge oltre e profetizza: "Resteremo diversi, per molto agli antipodi, ed il governo durerà 5 anni gettando le basi per il cambiamento di questo Paese".

Nel bel mezzo delle polemiche sulla Festa della Liberazione si fa così immortalare in compagnia dell'allora ministro dell'Interno. L'abbraccio, il sorriso solare, il messaggio affidato al suo profilo social. E sulle chat interne dei grillini scoppia la bufera, anche perché poco prima dai vertici 5S era stato chiesto di non fare assist agli eventi leghisti a livello mediatico. Nei commenti non tarda ad arrivare una valanga di critiche da parte di elettori e sostenitori dei 5 Stelle per quella che qualcuno bolla come una sorta di oltraggio.

Alcuni la vedono come una sbandata. Non mancano comunque parole al miele verso Danilo Toninelli, l'ex ministro dei Trasporti con cui all'epoca lavora molto a fianco: "Penso che verrà rimpianto, è stato uno dei migliori ministri M5S".

Ispirarsi a Margaret Thatcher è indubbiamente lodevole, così come è ammirevole ascoltare una voce fuori dal coro che nel campo giallorosso rispedisce al mittente l'ossessione per le quote rosa. Ma su Toninelli si sbaglia: sarà pure stato uno dei migliori ministri grillini (se il livello di offerta è questo...) ma di certo non se ne sente la mancanza.

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