"Apriremo una guerra termonucleare". La 'minaccia' di De Luca sulla sanità

Il presidente della Regione Campania è un fiume in piena e, oltre al governo, attacca il centrosinistra per il sostegno al salario minimo

"Apriremo una guerra termonucleare". La 'minaccia' di De Luca sulla sanità

Come un uragano in pieno centro abitato, Vincenzo De Luca irrompe sul tema della sanità del salario minimo. Su quest’ultimo distrugge quell'alleanza che si stava timidamente costruendo a sinistra tra Partito Democratico, Movimento 5 Stelle e Terzo polo. A margine di una conferenza stampa tenuta a Napoli, infatti, il presidente della Regione Campania va come al solito diretto al punto a spron battuto: "Il problema del Sud è il lavoro, visto che abbiamo solo il 25-28% di donne che lavorano e visto che abbiamo il livello di disoccupazione giovanile più alto d'Italia. A questi milioni di giovani che non lavorano il salario minimo serve a poco, serve il lavoro minimo". Il governatore campano attacca quindi il provvedimento perché rischia di creare una discriminazione: "Il salario minimo va per l'80% al Centro-Nord dove c'è l'apparato produttivo e le industrie. Quindi va bene il salario minimo, è una misura di civiltà, ma dobbiamo sapere che non incide sul Sud".

Naturalmente De Luca ce ne ha anche (per non dire soprattutto) per il governo, il quale starebbe "mettendo in atto una manovra di vera e propria delinquenza politica – è il suo affondo –. Stanno bloccando i fondi di sviluppo e coesione, 30 miliardi di euro, per spalmarli sul piano nazionale. È incredibile, siamo alla follia e su questo ovviamente apriremo una guerra termonucleare". Una drammatizzazione non inedita da parte del presidente regionale, che ha voluto spiegare i motivi di questa sua intemerata: "C'è stata una riunione una settimana fa con le Regioni alla quale hanno partecipato il ministro Calderoli e il ministro Fitto e Fitto ha detto 'vorremmo utilizzare i fondi Fsc per integrare alcuni progetti del Pnrr'. Siamo alla follia, perché addirittura è anticostituzionale. I fondi sviluppo e coesione sono previsti per legge e vanno erogati per l'80% al Sud e il 20% al Nord. Ma ormai qui siamo di fronte a violazioni continue di regole elementari".

De Luca si dice pronto a combattere

Vincenzo De Luca è prontissimo quindi a dare battaglia. "A furia di ripetere questa considerazione ho la sensazione che la gente si abitui anche alle situazioni drammatiche, ma noi rischiamo davvero di non poter tenere aperti i pronto soccorso nei prossimi mesi. Dovremo combattere, e dovremo combattere due volte in una regione come la Campania perché, nonostante il recupero che abbiamo ottenuto lo scorso anno, rimaniamo la Regione che ha meno risorse nell'ambito del fondo sanitario nazionale e rimaniamo la regione che ha da 10mila a 15mila dipendenti in meno nella sanità pubblica rispetto alla media nazionale".

Insomma, il presidente della Regione Campania non arretra di un centimetro e promette: "Dovremo combattere e creare un movimento di opinione per svegliare il governo nazionale che mi pare estremamente distratto rispetto a due grandi servizi di civiltà, sanità pubblica e scuola pubblica. Ci aggiungerei anche il trasporto pubblico locale per il quale non c'è un euro".

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