Sanità, tutto quello che non va in Campania

Il nuovo sistema del ministero della Salute indica l'insieme di tutte le prestazioni, servizi e attività che i cittadini hanno il diritto di ricevere dal Servizio sanitario nazionale

Sanità, tutto quello che non va in Campania

I Livelli essenziali di assistenza (Lea) indicano cosa non va nella Sanità, soffermandosi su prestazioni, servizi e attività che i cittadini hanno il diritto di ricevere dal Servizio sanitario nazionale, gratuitamente o pagando il ticket. A essere valutate sono le tre aree di assistenza, ovvero ospedale, distretto e prevenzione, alle quali viene dato un valore distinto compreso tra 0 e 100. La soglia minima di adempienza è 60, così da non rendere possibile la compensazione tra livelli e restituire una immagine il più possibile veritiera sul rispetto dei Lea.

Cosa c'è che non va in Campania

Per l'anno 2020 la sanità nella Regione Campania ha ottenuto 61,53 punti per la Prevenzione, 57,14 per l’area Distrettuale e 59,08 per l’Ospedaliera. Un’area è promossa per poco, mentre le altre due sono bocciate. L’anno di riferimento è il 2020, quando eravamo in piena emergenza Covid, "in seguito alla quale i Servizi sanitari regionali (SSR) hanno dovuto attivare appositi percorsi per garantire l’erogazione delle prestazioni essenziali ed urgenti e contestualmente definire specifiche misure di contenimento del contagio, nell’ambito della normativa emergenziale", come viene sottolineato nel documento del ministero. Per questi motivi il Comitato Lea ha stabilito che "il monitoraggio dell’erogazione dei Lea per l’annualità 2020 venisse effettuato attraverso il calcolo degli indicatori del Nsg a scopo informativo", e quindi rimane una importante immagine di cosa succede all’interno della Regione o Pa.

Le tre aree monitorate

Tornando alla Campania, la valutazione ultima dell’area Prevenzione collettiva e sanità pubblica per il 2020 si attesta su un punteggio pari a 61,53, che secondo l’intervallo di riferimento (esito positivo nel range 60-100) è sopra la soglia di adempienza. Vengono comunque segnalate delle criticità per gli indicatori P10Z - Copertura delle principali attività riferite al controllo delle anagrafi animali, della alimentazione degli animali da reddito e della somministrazione di farmaci ai fini delle garanzie di sicurezza alimentare per il cittadino; P14C - Indicatore composito sugli stili di vita; P15C - Proporzione di persone che hanno effettuato test di screening di primo livello, in un programma organizzato per mammella, cervice uterina e colon retto.

Dove non si raggiunge la soglia minima

Per quanto riguarda l’area Distrettuale, per il 2020 il punteggio è pari a 57,14, che secondo l’intervallo di riferimento (esito positivo nel range 60-100) risulta sotto la soglia di adempienza. Si segnalano delle criticità per gli indicatori D09Z - Intervallo Allarme-Target dei mezzi di soccorso; D30Z - Numero deceduti per causa di tumore assistiti dalla Rete di cure palliative sul numero deceduti per causa di tumore; D33Za - Numero di anziani non autosufficienti in trattamento socio-sanitario residenziale in rapporto alla popolazione residente, per tipologia di trattamento (intensità di cura).

Infine, come sottolineano gli esperti del ministero della Salute, "la valutazione finale dell’area ospedaliera per il 2020 si attesta su un punteggio pari a 59,08, che secondo l’intervallo di riferimento (esito positivo nel range 60-100) risulta sotto la soglia di adempienza.

Si segnalano delle criticità per gli indicatori H02Z - Quota di interventi per tumore maligno della mammella eseguiti in reparti con volume di attività superiore a 150 (con 10% tolleranza) interventi annui; H13C - Percentuale di pazienti di età superiore ai 65 anni con diagnosi di frattura del collo del femore operati entro 2 giorni in regime ordinario; H17C - Percentuale parti cesarei primari in maternità di I livello e H18C - Percentuale parti cesarei primari in maternità di II livello o comunque con ≥ 1.000 parti".

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