Ascolti record, il regalo di Silvio a Santoro

Servizio pubblico la trasmissione politica più vista degli ultimi dieci anni. Share del 33,5%

Ascolti record, il regalo di Silvio a Santoro

Un boom. Un successo inaspettato. Un elenco di record. Neppure Berlusconi, che pure l'aveva augurato a Santoro, neppure l'anchorman stesso, si aspettavano di raccogliere tanti italiani davanti alla televisione per il duello finale, la sfida delle sfide, i toreri schierati per mostrare chi ha le corna più lunghe. Servizio pubblico l'altro ieri ha raccolto la media altissima di 8.670.000 spettatori con uno share del 33,5 per cento: significa che uno spettatore su tre che giovedì sera ha acceso il piccolo schermo si è sintonizzato su La7. Cifre da Sanremo, Benigni, Celentano, partite della nazionale, per capirci. Cifre incredibili per la piccola rete de La7 che, nella sua storia, non ha mai raggiunto dati lontanamente paragonabili: i precedenti migliori risultati sono dello stesso Servizio pubblico al suo esordio sul canale Telecom e della coppia Fazio-Saviano, ma si parla di share intorno al 12-13 per cento. Cifre record per Santoro medesimo che incornicia la puntata come miglior risultato personale di sempre: più ancora della serata di Samarcanda del '92 dedicata alla Strage di capaci (che raggiunse il 33 per cento di share) e delle puntate storiche di Annozero su Raidue. Più di tutti i talk politici di approfondimento che sono andati in onda negli ultimi dieci anni (confronti diretti tra candidati premier esclusi), battendo anche gli speciali Porta a porta su Raiuno, la rete ammiraglia. In sostanza dopo averlo costretto ad andarsene dalla Tv pubblica, dopo avergli fatto sudare sette camicie per rimettere in piedi la sua trasmissione prima su un circuito di reti locali, poi su La7, Berlusconi ha «ricompensato» il suo storico avversario permettendogli di realizzare ascolti da capogiro. Del resto, l'attacco mediatico all'ex premier è da quasi vent'anni il «core business» del giornalista (come l'attacco ai «comunisti» è uno dei punti focali della campagna berlusconiana). Non per nulla, quello dell'altra sera, si è trasformato da programma di approfondimento politico a duetto tra due dei più grandi showman della televisione italiana, uno che la Tv la sa maneggiare alla perfezione e un altro che la tv, quella privata, l'ha inventata. «Due grandi professionisti dello spettacolo - ha commentato Carlo Freccero - che nell'attaccarsi, si facevano reciprocamente da spalla». Un punto di arrivo storico, un talk show che chiude un cerchio.

Un appuntamento così atteso che gli spettatori erano prontissimi per gustarsi lo show del secolo: alle 21,15 la curva dell'Auditel segna già il 20 per cento del pubblico in posizione su La7; alle 21,25 quando entra in studio Berlusconi arriva già al 27 per cento. E poi lo share sale in maniera vertiginosa fino ai punti più alti quando si arriva all'elenco che fa Travaglio degli uomini «impresentabili» del centrodestra, e poi in un crescendo di tensione, la lettera che Berlusconi dedica a Travaglio e infine Santoro che perde le staffe («avevamo concordato - dice stizzito e svelando un retroscena avvelenato - di non entrare nel merito dei processi») e inveisce contro l'ex premier intento a snocciolare le condanne del vice direttore del Fatto quotidiano. A fine trasmissione si arriva al cinquanta per cento di share, metà del pubblico in quel momento è sintonizzato sulla rete Telecom. E bisogna sottolineare anche che il numero di teste (di solito la gente dopo una certa ora se ne va a dormire) rimane alto anche a tarda sera.

A farne pesantemente le spese il primo competitor di Berlusconi, Bersani, ospite (scelta funesta) di Vespa: quando comincia Porta a porta (prima c'era Don Matteo) lo share di Raiuno va giù in picchiata, il divario con Servizio pubblico è enorme. Finché Santoro, ritrovata la calma, congeda Berlusconi. E la televisione riprende il suo corso normale.

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