"Avanti con raccolta firme". Le opposizioni non dialogano sul salario minimo

La sinistra prova a fare la voce grossa sul salario minimo. La segretaria dem rilancia: "Avanti con la raccolta firme". Il leader pentastellato attacca: "Il governo butta la palla in tribuna"

"Avanti con raccolta firme". Le opposizioni non dialogano sul salario minimo
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Sul salario minimo la normale dialettica politica si capovolge. Le opposizioni, pur avendo perso le elezioni, vogliono fare il bello e il cattivo tempo. Prima pretendono di essere ascoltati dal governo e Giorgia Meloni, giustamente, organizza un incontro mirato a Palazzo Chigi. Poi, con sprezzo del ridicolo, cercano di dettare legge: nessun passo indietro, nessuna apertura al dialogo con l’esecutivo e, soprattutto, nessun accenno al compromesso. La soglia minima rimane quella di partenza: 9 euro lordi all’ora. Le risposte del premier Meloni, misurate ma decise, non vengono prese in considerazione. E la segretaria dem rilancia: “Avanti con la raccolta firme”.

La proposta di Meloni

La sfida è lanciata. L’incontro di ieri pomeriggio, nella Sala Verde di Palazzo Chigi, tra l’esecutivo e le principali forze di opposizione solidifica uno scenario già scritto. Con alcune piccola novità. Giorgia Meloni, seppur rimanendo fieramente contraria al salario minimo per legge, prova ad aprire un dialogo costruttivo con le diverse anime della minoranza, sia nel metodo sia nel merito.“Il problema del lavoro povero – spiega Meloni al termine del summit – non va risolto semplicemente tramite il salario minimo, ma siamo aperti a un confronto molto più ampio”.

Il timing prefissato da Meloni è altrettanto chiaro:“Due mesi di tempo per capire se c’è un margine per condividere soluzioni efficaci per favorire il lavoro giusto”. L’obiettivo è la prossima legge di bilancio: “Un lavoro più approfondito da completare nei prossimi 60 giorni – sintetizza la leader di Fratelli d’Italia - che termini prima dell’avvio della legge di bilancio, in tempo per avere le coperture necessarie a prendere dei provvedimenti”. Una posizione conciliante, molto decisa in merito ma più accomodante nel metodo.

La sinistra attacca il governo

Di tutt’altro tenore le risposte delle opposizioni. Le diversa anime della minoranza, minoritarie sia in Parlamento sia nel Paese reale, provano a fare la voce grossa. La delegazione delle opposizioni, frammentata al suo interno, fa quadrato intorno alla proposta sul salario minimo legale. Il modus operandi dei diversi leader anti-Meloni ha un solo punto fermo: la scarsa propensione al compromesso.“La nostra battaglia va avanti – spiega Giuseppe Conte ripreso da La Stampa restiamo compatti sulla nostra proposta di legge”.

Il governo, secondo il leader pentasetllato, vuole “buttare la palla in tribuna”, perché, incalza anche il numero uno di Sinistra Italiana Nicola Fratoianni, in realtà “non hanno una proposta alternativa”. La pozione della leader dem, Elly Schlein, è ancora più dura.

“Intanto – propone la segretaria del Partito democratico – noi partiamo con una raccolta firme nel Paese”. La sinistra, ora in affanno politico, continua a commettere lo stesso errore: anteporre l’ideologia al dialogo costruttivo. Sbagliare è umano, perseverare è diabolico.

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