Baby escort dei Parioli: condannata una madre E deve risarcire la figlia

RomaL'estate scorsa avevano il portafoglio gonfio di soldi e gli armadi pieni di scarpe e vestiti. Passavano da una festa all'altra in discoteca, trascorrevano week-end a Ponza ospiti in barca. Facevano quello che volevano, anche se per ottenerlo svendevano il loro corpo a uomini squallidi che pagavano bene il sesso con loro, praticamente due bambine. Il quadro dell'estate alle porte è ben diverso per le due baby-squillo coinvolte in un giro di prostituzione ai Parioli, quartiere chic della capitale. Ieri si è concluso il processo con il rito abbreviato con otto condanne per i loro sfruttatori e solo un paio di clienti per ora, perché sugli altri, una sessantina tra professionisti e vip, tra cui il marito di Alessandra Mussolini, Mauro Floriani, l'indagine non è conclusa e presto gli inquirenti dovranno pronunciarsi su almeno una decina di richieste di patteggiamento.
È stata condannata anche la mamma di una delle ragazzine. Perchè sapeva e non ha fatto nulla per impedire che si prostituisse, anzi accettava di buon grado da lei qualche cento euro ogni tanto. Per questo dovrà trascorrere in carcere sei anni. Sperava in una condanna più mite, ma la figlia si è costituita parte civile e questo ha pesato. Il giudice le ha anche revocato la potestà genitoriale e ha stabilito che dovrà risarcire la figlia, che nel frattempo è stata affidata ad una casa famiglia, ha ripreso gli studi e chissà se le due riusciranno mai a recuperare un rapporto. Anche l'altra squillo in erba è tornata sui libri e ha appena superato gli esami da privastista. Per lei il ritorno alla normalità sarà più facile. Sua madre è quella che lo scorso settembre, insospettita dalla bella vita della figlia e dai soldi che le vedeva girare tra le mani, ha presentato una denuncia e fatto scoppiare lo scandalo. La pena più pesante il gup Costantino De Robbio l'ha data a Mirko Ieni, ritenuto il capo del giro: 10 anni invece dei 16 chiesti dall'accusa, oltre a 60mila euro di multa. Finché la sua strada non ha incrociato quella delle due amiche romane in cerca di soldi facili a qualunque costo l'attività di prostituzione era sporadica, i contatti li trovavano sul web, gli incontri a pagamento avvenivano in auto, qualche volta nelle abitazioni dei clienti. Con Ieni cambia tutto. Lui fiuta il business e ne approfitta, il sistema diventa professionale, prende in affitto l'appartamento ai Parioli. «Ho due str...che mi fanno guadagnare 600 euro al giorno», dice intercettato in una telefonata. Il giro aumenta, durante l'indagine i carabinieri annotano oltre mille contatti telefonici. Molti dei clienti identificati e interrogati hanno provato a difendersi sostenendo di non sapere che le due giovani fossero minorenni. Ma i pm in molti casi non ci hanno creduto. Nel fasciciolo ci sono prove inequivocabili, come questo sms scritto ad una delle ragazze da un cliente: «Tu mi piaci, adoro le lolitine e rosico che ancora non abbiamo giocato». Presto anche insospettabili, avvocati, commercialisti e politici dovranno presentarsi davanti ai giudici. La ricostruzione della vicenda fatta dalla Procura è stata accolta in pieno dal gup, che in qualche caso è stato anche più severo. Il caporalmaggiore dell'esercito Nunzio Pizzacalla, l'altro gestore del giro, è stato condannato a 6 anni. Sei anni dovrà scontarli anche il commercialista e cliente Danilo Sbarra, accusato pure di detenzione e cessione di materiale pedopornografico, 4 anni il cliente Mario Michael De Quattro, tre anni e quattro mesi l'imprenditore Marco Galluzzo per aver ceduto cocaina in cambio di prestazioni, un anno per gli altri clienti Gianluca Sammarone e Francesco Ferraro. Soddisfatto il procuratore aggiunto Maria Monteleone: «L'impianto accussatorio è stato pienamente condiviso dal giudice».

E anche i legali di Ieni, per il quale la Procura aveva chiesto una pena superiore: «Il giudice ha ridimensionato la sproporzionata richiesta di condanna». I computer sequestrati nell'inchiesta sono stati consegnati ai carabinieri che si occupano di lotta alla pedofilia.

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