Franco Fiorito non ha che da aspettare qualche anno. Nove per la precisione, e tàc, gli scatterà il vitalizio da ex consigliere regionale. Spetta a lui, per legge, e spetta a tutti gli altri personaggi del Satyricon laziale, il consigliere che cena a ostriche, quello che fa le feste coi Proci e i maiali, la pidiellina pariolina che si fa intervistare sui saldi in Lazio e legge il gobbo perché il concetto è troppo complicato, i consiglieri di opposizione che hanno incassato e votato i vertiginosi aumenti dei fondi ai gruppi (da 1 a 14 milioni l'anno) in una Regione con un deficit da Grecia. A tutti loro, chi prima chi dopo, come premio per l'ottimo lavoro svolto, arriverà il vitalizio, previsto dalla legge regionale del 1995.
Ma non li avevano tagliati i vitalizi? Sì, ma a partire dalla prossima legislatura, non da questa. E nemmeno dalla prossima se non si farà una legge apposta, a cui è condizionata l'applicabilità del famoso taglio (ancora virtuale) ai vitalizi fatto nel 2011. Il meccanismo ce lo spiega il capogruppo dei Radicali, che con le loro denunce (unici) hanno fatto scoprire il bubbone: «Allo stato attuale delle cose i vitalizi verranno goduti non solo dagli attuali consiglieri ma anche da quelli della prossima legislatura - dice il radicale Giuseppe Rossodivita insieme a Rocco Berardo, l'altro consigliere della Lista Bonino Pannella - poiché non è stata varata una legge alternativa a quella attuale. È stato effettuato solo un taglio virtuale condizionato all'emanazione di un'altra legge, che ancora non c'è, e a questo punto difficilmente si farà». Quindi l'unica legge in vigore sui vitalizi è la vecchia, quella del 1993, e così vale anche per sui contributi sui finanziamenti ai gruppi. «Avevamo proposto dall'inizio l'introduzione dell'anagrafe pubblica degli eletti e nominati, ma dopo due anni la Commissione l'ha respinta dicendo che c'era «un problema» con la pubblicità del bilancio dei gruppi e i rendiconti dei consiglieri».
Quindi i consiglieri regionali possono stare sereni. Per Fiorito, poi, c'è un assegno mensile bello gonfio che lo aspetta, in base ad una norma tra le più generose d'Italia. La legge laziale prevede come base di calcolo l'80% per cento dell'indennità parlamentare (5.200 euro netti) più il 100% della diaria (altri 3.500), per un totale di quasi 9mila euro. Il vitalizio si ottiene poi a seconda degli anni di consiliatura. Per chi ha fatto il minimo, cioè cinque anni, siamo al 35% della base, quindi dovrebbe aggirarsi sui 3mila euro al mese. Ma Fiorito non è uno dei «bambini» (come li ha chiamati lui) che siedono in Consiglio regionale, lui ha già fatto la precedente legislatura, quindi gli spetta il 40%, circa - calcolo a spanne - 4.000 euro mensili. Il diritto all'assegno matura, in Lazio, a 55 anni, ma rinunciando ad una piccola si può anticipare a 50 anni (si veda parlamentiregionali.it). Il fatto che la legislatura sia finita prima della scadenza naturale non è un problema. Diversamente dal Parlamento, dove bisogna concluderla, «in Regione Lazio hai il vitalizio dal primo giorno che ti siedi in Consiglio» spiega il capogruppo dei Radicali.
Se la legislatura finisce prima, «basta versare i contributi che mancano, per i prossimi due anni e mezzo», e il vitalizio è fatto. Il futuro è Fiorito, aveva fatto scrivere sulle t-shirt in campagna elettorale. In effetti.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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