Sul tavolo ci sono la strategia politica in vista delle amministrative e i principali temi dell’attualtià politica. Silvio Berlusconi ha riunito a Montecitorio i coordinatori regionali e i deputati del Pdl per fare il punto, insiema al segretario Angelino Alfano, sulle prossime mosse da mettere in campo. Senza nascondere i timori per cui, se si andasse al voto anticipato a ottobre, la sinistra potrebbe tornare a vincere, il Cavaliere ha invitato i presenti a guardare avanti e a continuare a lavorare per rimettere insieme i moderati. "Proporremo a tutti i partiti moderati - ha spiegato - una confederazione con la possibilità di mantenere la propria sigla e di unirsi a noi".
Durante il vertice, l'ex premier ha spiegato che la sinistra potrebbe volere il voto anticipato ad ottobre. Per Berlusconi, infatti, la sinistra non vorrebbe modificare l’attuale sistema elettorale dal momento che la legge in vigore le sarebbe più favorevole e, quindi, potrebbe tentare di andare al voto a ottobre. "Se si andasse ad elezioni ad ottobre, come potrebbe essere possibile, la sinistra potrebbe vincere - avrebbe spiegato il Cavaliere ai presenti - visto che la Lega masochisticamente ha deciso di andare alle amministrative da sola e Fini è andato via". A questo punto, il Pdl potrebbe vincere le prossime elezioni politiche soltanto se i moderati resteranno uniti. Altrimenti la partita andrà alla sinistra. Per il Cavaliere, i moderati rappresentano la maggioranza nel Paese: "Noi siamo i portabandiera dei moderati". Proprio per questo Berlusconi vorrebbe proporre a tutti i partiti moderati di formare una confederazione con la possibilità, però, che ciascun soggetto politico mantenga la propria sigla. Dal 1948 a oggi i moderati hanno sempre rappresentato la maggioranza del Paese, sempre che non si dividano. Se qualcuno li divide, però, consegna automaticamente la maggioranza alla sinistra. Proprio per questo Berlusconi ha intenzione di riprendere il legame con Pier Ferdinando Casini. Una proposta sulla quale il leader dell'Udc ha preso le distanze spiegando che l'unità si fa sui programmi e su una idea del Paese: "Se pensiamo all'uso del termine moderati in questi anni vediamo che è stato molto abusato".
Per quanto riguarda il Pdl, invece, Berlusconi ha fatto sapere che al prossimo congresso potrebbe essere modificato il nome. Ma ha anche assicurato: "Il partito resterà lo stesso, composto dalle stesse persone che credono nelle stesse cose, nelle nostre idee". Pur riconfermando la fiducia in Alfano ("Ha quel quid in più che solo lui ha e di cui c’è bisogno"), il Cavaliere ha dettoi chiaramente che l'acronimo Pdl "non suscita commozione".
Una mossa, quella di cambiare il nome al partito, che andrebbe incontro alle istanze di molti elettori. L'ex premier ha, infatti, spiegato che "due italiani su cento in Italia non hanno più fiducia nei partiti" a causa degli scandali giudiziari che sono scoppiati negli ultimi tempi.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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