Berlusconi rivisita Mussolini: "Per tanti versi ha fatto bene"

L'ex premier al museo della Shoah: "Le leggi razziali sono la sua peggior colpa". La sinistra insorge e lo attacca. Il Cav: "Speculazione elettorale"

Silvio Berlusconi all'inaugurazione del memoriale della shoah
Silvio Berlusconi all'inaugurazione del memoriale della shoah

Milano - E fu subito polemica. Durissima e vagamente, ma giusto vagamente, intendiamoci, utile per fare un bel po' di rumore in una campagna elettorale dai toni già piuttosto accesi. Volente o nolente bersaglio e primo attore è sempre lui, il Cavaliere. Che ieri si è presentato alla stazione Centrale di Milano non per prendere un treno ma per percorrere e ripercorrere, lungo il binario 21, dal quale partivano i convogli con i quali furono deportati gli ebrei milanesi verso i campi di sterminio, la storia e la vergogna della Shoah. Una triste storia racchiusa nel «Memoriale-museo», finalmente inaugurato, dopo anni di rinvii, alla presenza di esponenti della comunità ebraica, di alcuni leader politici, fra cui Monti e Maroni e di autorità varie.
Ma cominciamo subito dalle parole che hanno incendiato gli animi dei nuovi e vecchi anti-berlusconiani: «Il fatto delle leggi razziali è stata la peggiore colpa di un leader, Mussolini, che per tanti altri versi invece aveva fatto bene. L'Italia non ha le stesse responsabilità della Germania, ma ci fu una connivenza che, all'inizio, non fu completamente consapevole. L'Italia preferì essere alleata alla Germania di Hitler piuttosto che contrapporvisi e dentro questa alleanza ci fu l'imposizione della lotta contro gli ebrei». Dopodiché via alle reazioni del gran circo della politica di cui di seguito offriamo solo una piccola selezione per motivi di spazio. Primo per tempestività, il segretario di Rifondazione comunista, Paolo Ferrero: «Berlusconi è vergognoso: Mussolini non solo ha fatto le leggi razziali ma ha combattuto con Hitler, i fascisti italiani hanno collaborato attivamente alle deportazioni, quindi Mussolini è responsabile in solido dell'Olocausto». A caccia di followers su Twitter invece il capogruppo del Pd alla Camera, Dario Franceschini. Che così ha sintetizzato: «Le parole di Berlusconi sono una vergogna e un insulto alla storia e alla memoria. Chieda oggi stesso scusa agli italiani». Più o meno la fotocopia di quanto diffuso dalla capogruppo del Pd al Senato Anna Finocchiaro: «Le parole di Berlusconi sono inaudite. Le colpe di Mussolini e del suo regime non sono solo le atroci leggi razziali, ma molte altre cose a cominciare dal soffocamento della democrazia nel nostro Paese e dall'alleanza con il nazismo».
Nel vortice dei veleni elettorali ha cercato la via della distensione il capogruppo del Pdl alla Camera, Fabrizio Cicchitto: «Su Mussolini, adesso si sta aprendo una discussione del tutto strumentale - forzando il senso delle parole di Berlusconi che si riferiva evidentemente ad alcuni aspetti delle politiche di assistenza sociale e di sostegno alle famiglie - egli fu un dittatore e tutte le dittature vanno condannate. Va anche detto che la dittatura fascista non raggiunse mai l'orrore di quella nazista che produsse i campi di sterminio, e di quella comunista di Stalin che fece dei gulag uno strumento di distruzione sistematica dove morirono anche comunisti di varie nazioni, compresi alcuni comunisti italiani». E Berlusconi? Giusto per puntualizzare, sia prima di lasciare la cerimonia alla stazione Centrale, sia nel tardo pomeriggio è tornato a farsi sentire: «È solo una speculazione elettorale. Ho sempre condannato le dittature. Non si possono più ripetere quelle vicende che qui iniziarono solo mettendosi nei panni dei deportati si può capire quali vortici di tragedia si raggiunsero.

La mia vita è cambiata dopo aver visitato Auschwitz, impossibile immaginare cosa possa essere accaduto, non ci sono parole e ritengo sia doveroso mantenere il ricordo vivo È doveroso mantenere il ricordo vivo anche con iniziative, come questa perché anche i ragazzi, i cittadini di domani possano capire cosa è successo affinché questo non possa essere mai più neppure immaginato».
Infine il Cavaliere ha rivendicato il proprio ruolo di «amico storico di Israele, unico presidio di libertà e di democrazia in Medio Oriente».

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