Probabilmente è la persona che ci ha preso più di tutti. Vuoi perché Bersani lo conosce bene, vuoi perché non era poi così difficile scorgere le difficoltà insite nel suo cammino. Il segretario dimissionario del Partito Democratico un saggio ce l'aveva in casa. Ma non l'ha ascoltato fino in fondo. Per carità, anche lui ha creduto nella riuscita politica di Bersani, e anche lui ha toppato qualche previsione, eppure Mauro, chirurgo in pensione, lo aveva detto in tempi non sospetti che la strada al governo sarebbe stata impervia.
Adesso, non può far altro che constatare la solitudine dell'ex numero uno del partito. Il volto avvolto dalla mano di Bersani nel momento dell'elezione di Giorgio Napolitano è l'immagine simbolo di un uomo, ancor prima che un leader, solo, triste e affossato dallo stress del fallimento e dai franchi tiratori.
"Se penso che solo due mesi fa erano tutti lì a incensare Pier Luigi e ora attorno a lui è il fuggi fuggi: è davvero molto solo in questo momento mio fratello", osserva sul Corriere della Sera Mauro Bersani, precisando di averlo sentito poco "in queste ultime due settimane" ma notando che "da quello che vedo in tv mi pare molto stanco".
Quasi gli intima un congruo riposo, Mauro, convinto però che ci sarà "ancora bisogno del suo cervello, della sua competenza e della sua onestà". E non è la prima volta che sui giornali si legge la preoccupazione per lo stato di salute del fratello. Solo due giorni fa, il fratello che vive ancora a Bettola di fronte alla pompa di benzina della famiglia, temeva per la salute di Pier Luigi: "Sono mesi che è sottoposto a degli stress". E a chi gli chiedeva perché suo fratello avesse scelto Franco Marini d'accordo con Berlusconi, Mauro rispondeva: "Lui l'ha sempre detto: le istituzioni vanno elette anche con il consenso delle altre parti politiche. Quel che non ci capisce è perché i suoi si siano comportati così".
Un colpo basso per entrambi i fratelli. Perché Mauro, almeno all'inizio, riponeva molte speranze in Pier Luigi. Ai tempi delle primarie contro Renzi si era pure sbilanciato prevedendo una vittoria del segretario - seppur non al primo turno - e un governo da lui guidato. "Non credo che mio fratello passerà al primo turno, ma avrà un buon successo, diciamo intorno al 40%", ha dichiarato lo scorso 20 novembre, ricordando poi le capacità scolastiche del fratello.
"Lui, era bravo in tutto. L'unica cosa in cui era scarso era a calcio: era un terzino destro disastroso. Io a calcio ero più bravo". Mauro azzeccherà la previsione della vittoria delle primarie (perché "Bersani è il trionfo della normalità e per questo ha vinto"), ma non quella sulla formazione del governo. E nemmeno quella sulla vittoria alle ultime elezioni politiche.
Nelle ore che precedevano il risultato delle urne, Mauro si diceva sereno e "penso che sia sereno anche Pier Luigi. Sono fiducioso che il risultato sia anche un po' più positivo di quello che ci si aspetta''. Quel 25 febbraio, Mauro Bersani si sbilanciava ancor di più quando, con lo scrutinio in corso, dichiarava che "abbiamo sbiadito il giaguaro''.
Il giaguaro invece è rimasto vivo di colore. E da lì, le previsioni di Mauro si sono fatte più nere. Già l'8 marzo, il fratello di Pier Luigi era caustico e tranchant sulla possibilità che Bersani potesse formare un governo: "'Io ho un'idea ma non posso dirla, senno' mi caccia via di casa. Sicuramente è molto dura, però io penso che lui stia dando più che altro una testimonianza''. Sull'ipotesi di passo indietro per evitare di andare a sbattere però ammoniva: "No, sbattere ci vuole, perché bisogna che gli scandali si manifestino fino in fondo''. Passa una settimana e le previsioni di Mauro si fanno ancora più nere. Bersani viene definito "un martire" e la probabilità di creare un esecutivo diventa "molto difficile".
"Io preferirei essere il fratello di uno sano, che non rischia la salute per dover stare mesi e mesi sotto stress. E che non stia lì ad offrirsi a tutti gli sberleffi di un Grillo qualunque'', tuonava Mauro, aggiungendo addirittura che nel caso in cui Pier Luigi riuscisse nell'impresa di formare un governo "non so se vale la pena, sarebbe un altro calvario''.
Infine, l'ultima amara sentenza arriva il primo aprile. E non è uno scherzo."Pier Luigi premier? Sì, in un'altra vita...". Il fratello non ci crede più. E, a un Giorno da Pecora racconta: "A Pasqua, ieri, ci siamo incontrati per un aperitivo, abbiamo bevuto un bicchiere di Ortrugo.
L'ho trovato sereno, certo non felicissimo, un po' meno allegro del solito. Certamente era un po' deluso, ma lui riesce a mascherare bene''. E alla domanda se suo fratello possa ancora diventare premier la risposta dice tutto: "'Sì, in un'altra vita forse...''.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.