BERSANI SI SCHIANTA

I grillini non ci stanno, Pd senza via d'uscita: solo fumate nere sull'elezione dei presidenti di Camera e Senato

BERSANI SI SCHIANTA

Il tempo scorre e Bersani è un vasetto di yogurt con la scadenza sul coperchio. Lo scouting dei grillini non dà risultati, il Cavaliere fa sapere che a questo punto non ha senso trattare con chi continua a considerarlo un appestato, Renzi scalpita e maledice i tatticismi della vecchia scuola. Si fatica a trovare uno straccio di accordo per le presidenze di Camera e Senato, figuratevi se si trova la quadra sul governo. Napolitano a malincuore ha accontentato il segretario del Pd: va bene, provaci, ma sarà inutile. È quello che sta accadendo. Bersani va incontro sempre più cupo al suo fallimento. Avanti il prossimo. Ammesso che ci sia qualcuno che abbia voglia di provarci. È un gioco a perdere.

Questo è un Parlamento in cui nessuno si fida dell'altro. Il compito di smuovere le acque spetta alla coalizione di sinistra. Tocca a loro, vincitori alla Pirro, inventarsi qualcosa. Berlusconi, da parte sua, si sta convincendo che tutti lo vogliano mettere con le spalle al muro. Non si fida più di nessuno e probabilmente fa bene. Non si fida dei giudici. Non si fida del Pd. Non si fida delle mezze promesse istituzionali. E comincia a non fidarsi di chi tra i suoi continua a cianciare di grandi intese ancora possibili. Lo spazio per un governo delle grandi riforme o di transizione si fa sempre più esiguo. Ormai è questione di millimetri. L'idea che si possa fare solo mettendo sul piatto la sua testa chiaramente non gli piace.

C'è un'aria brutta in giro. Finita l'immunità sono subito finiti in manette quattro ex parlamentari. Cosentino in carcere. Tedesco (Pd), Nespoli e De Gregorio ai domiciliari. La carcerazione preventiva sta diventando la regola e non più un'eccezione, qualcosa a cui ricorrere con molta cautela, come previsto dalla Costituzione. Il caso Rizzoli fa rabbrividire. Un uomo gravemente malato, che non può neppure camminare, rischia seriamente di finire dietro le sbarre.

È così assurdo che la sorella di Cucchi scrive una lettera al Foglio per svegliare politici e magistrati: «È evidente che quanto accaduto a mio fratello non è servito a nulla». Purtroppo è così. Non c'è diritto e non c'è pietas. Resta la rabbia di chi dice giustizia e pensa vendetta.

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