Il bibliofilo Dell'Utri detenuto vuol occuparsi del libri del carcere di Parma

L'ex senatore Pdl ha espresso il desiderio di curare la biblioteca del penitenziario. Intanto il suo avvocato lancia l'allarme sulle condizioni del suo assistito: "Non è al centro medico ma in una piccola cella molto calda e senza adeguata aerazione, incompatibile col suo stato di cardiopatico"

Il bibliofilo Dell'Utri detenuto vuol occuparsi del libri del carcere di Parma

Bibliofilo lo è sempre stato. Vedi, a Milano, la Fondazione biblioteca di via Senato da lui stesso presieduta e animata con eventi culturali e collezioni di libri antichi e rari. Normale dunque che adesso Marcello Dell'Utri, da venerdì detenuto nel carcere di Parma per scontare la condanna definitiva per concorso esterno in associazioni mafiosa, voglia occuparsi dei libri del penitenziario di via della Burla.

A dare la notizia è stato l'ex senatore Massimo Palmizio, che all'indomani del suo ingresso di quello che è conosciuto come il carcere dei boss - a Parma è detenuto Totò Riina, e sempre a Parma è stato in passato anche Bernardo Provenzano - ha voluto constatare di persona le condizioni del parlamentare, spedito in carcere appena atterrato dal Libano. «È provato, ma la testa c'è tutta», ha commentato l'ex parlamentare, spiegando però che la richiesta difficilmente potrà essere esaudita visto che «la biblioteca è deputata alla richiesta di libri e alla loro consegna». Palmizio si è detto anche preoccupato delle condizioni del detenuto, che è convalescente da un intervento di angioplastica e che, contrariamente a quanto si era appreso inizialmente, non si trova nell'attrezzatissimo centro clinico di cui il carcere di Parma dispone: «Dell'Utri - ha detto -ha una stanza singola, con una microtelevisione, c'è un caldo infernale. Chiederò che gli sia concesso almeno un ventilatore, dato che è cardiopatico ed è molto provato, dimagritissimo».

Un allarme, quello sulle condizioni di detenzione di Dell'Utri, rilanciato anche dal difensore dell'ex senatore, Giuseppe Di Peri: «È in una cella assolata, da solo e non nel reparto clinico -ha denunciato il penalista palermitano che difende Dell'Utri sin dal primo processo - e c'è un caldo tremendo, unacondizione che non si addice ad una persona cardiopatica».

L'avvocato Di Peri è preoccupato anche per il regime alimentare: «Sembra che gli siano stati somministrati pasti normali -dice - e non i prodotti dietetici che il mio assistito assume. Spero che nei prossimi giorni venga visitato, noi stessi inoltreremo una richiesta al carcere perché possa essere visitato da un nostro medico di fiducia».

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