Baiano (Avellino) - I 38 corpi mutilati, straziati, orrendamente sfigurati delle vittime del bus precipitato per oltre trenta metri dal viadotto autostradale della A 16 BariNapoli sono stati chiusi nelle bare di mogano chiaro e portate nella palestra della scuola media «Aurigemma» di Monteforte Irpino, provincia di Avellino. Nello spazio verde antistante, riservato ai giochi dei bambini, ci sono i familiari delle vittime che attendono di entrare. Sono arrivati nel cuore della notte da Pozzuoli, popoloso centro alle porte di Napoli, dove viveva la gran parte delle vittime del bus precipitato all'altezza dello svincolo di Baiano. Il Consiglio dei ministri ha proclamato il lutto nazionale, per oggi, giorno in cui si svolgeranno i funerali di 37 delle 38 vittime, l'ultimo sarà il conducente del bus maledetto, Ciro Lametta, sottoposto ad autopsia e ai test alcolemici e tossicologici. La vittima più giovane Silvana Del Giudice aveva solo 16 anni, ma ora c'è apprensione per gli undici superstiti, ricoverati in gravi condizioni in vari ospedali, tra Napoli e Avellino. Tra questi sei bambini, tra i 3 e i 10 anni. Meno gravi le condizioni dei sette feriti che si trovavano nelle 13 auto tamponate.
I ministri Maurizio Lupi e Nunzia De Girolamo si sono spostati a Monteforte Irpino per rendere omaggio alle vittime e portare la solidarietà del Governo, ai funerali nel Palazzetto dello sport di Monteruscello di Pozzuoli, sarà presente anche il premier Enrico Letta. Papa Francesco ha fatto spedire un telegramma di cordoglio a firma Tarcisio Bertone al cardinale Crescenzio Sepe, arcivescovo di Napoli.
La polizia stradale di Avellino, coordinata dal Compartimento di Campania e Molise, diretta da Giuseppe Salomone sta svolgendo indagini per chiarire dinamica e responsabilità di questa sciagura. Il Procuratore di Avellino, Rosario Cantelmo ha rivelato che già ci sono degli indagati, «ma stiamo facendo verifiche anche sulle autostrade». L'ipotesi di reato è: concorso in omicidio plurimo colposo e disastro colposo.
É già preziosa la testimonianza di un dipendente della Società Autostrade che due sere fa, intorno alle ore 21 stava segnalando delle situazioni di traffico, seppur scorrevole, in direzione Napoli nella zona dove poi è avvenuto la tragedia. Ha riferito di avere visto il bus turistico proveniente da Telese Terme, nel beneventano (dove le vittime di ritorno da Pietrelcina avevano trascorso qualche giorno di vacanza in un albergo termale) procedere a forte velocità e con una portiera aperta. «Quel bus perdeva pezzi lungo la striscia d'asfalto» ha riferito agli investigatori. Infatti, quando successivamente sono arrivate le prime pattuglie, la Stradale ha ritrovato lungo il percorso e per circa un chilometro diverse parti meccaniche. Ma, adesso è da capire se quei pezzi appartengano tutti, o solo una parte di essi, al bus oppure alle 13 auto tamponate dal torpedone, prima che precipitasse per 30 metri. «Il fatto che il bus procedesse a forte andatura in un tratto dove la velocità massima consentita è di 80 chilometri orari, non vuol dire che si sia trattato di una scelta del conducente. Lametta potrebbe essere stato colto da malore oppure il mezzo a un certo punto potrebbe essere diventato incontrollabile» spiegano gli investigatori. Lametta avrebbe cercato con una manovra disperata di bloccare il mezzo, ormai con i freni inservibili, andando a struscire il bus contro il guard rail nel tentativo di ridurne gradualmente la velocità, per poi arrestarsi. Per circa un chilometro Lametta si e «appoggiato» al new jersey in calcestruzzo ma, alla fine la barriera ha ceduto e il bus è precipitato nel vuoto per 30 metri. Verrà passata al setaccio anche la barriera.
Ma una mano importante all'indagine potrebbe arrivare anche da un impianto di telecamere sistemato a circa un chilometro e mezzo dal guard rail sfondato dal bus. Gli esperti esamineranno anche il cronotachigrafo estratto dal bus.carminespadafora@gmail.com
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