All'incirca dieci anni fa Cècile Kyenge era politicamente e mediaticamente molto in auge: con la sua presenza all'interno del governo Letta come ministro per l'Integrazione con delega alle politiche giovanili erano sorte infatti delle polemiche - originate spesso da alcune sue posizioni non poco strumentali - che vedevano coinvolti esponenti (soprattutto) della Lega, che da pochissimo tempo aveva visto innalzare la leadership di Matteo Salvini. Il tema di discussione era pressoché sempre lo stesso: l'immigrazione.
Certo: sicuramente la sua vita e la sua esperienza studentesca e professionale, tra Repubblica Democratica del Congo e Italia, aveva fatto sì che l'allora parlamentare del Partito Democratico avesse tutti i requisiti per rappresentare le proprie istanze riguardanti i diritti dei migranti. Anche a livello istituzionale. Peccato che (ovviamente non solo per responsabilità sua, va precisato) la sua brevissima permanenza da rappresentante del governo italiano non sia esattamente passata alla storia per dei provvedimenti considerati fondamentali all'interno dell'ordinamento giuridico sull'integrazione.
Dalla medicina alla politica: il percorso di Cècile Kyenge
Nata il 28 agosto 1964 a Kambove, nella provincia congolese del Katanga, Cècile Kyenge avevo scelto intraprendere gli studi di Medicina e Chirurgia all'università. Dopo il dirottamento alla facoltà di Farmacia dell'ateneo di Kinshasa, Kyenge arrivò quindi in Italia nel 1983 con un visto di studio ospite di alcuni religiosi e di laici impegnati in attività di assistenza. Un collegio di missionarie laiche a Modena la ospitò, mentre nel frattempo lavorava come badante per mantenersi. Per lei arriverà la laurea alla Cattolica di Roma; poi, la specialistica in Oculistica presso l'Università di Modena e Reggio Emilia.
Il matrimonio nel 1994 con un ingegnere nato a Modena le concesse la possibilità di ottenere la cittadinanza italiana. Dieci anni più tardi cominciò la sua esperienza politica: eletta nella circoscrizione 3 del comune di Modena per i Democratici di Sinistra, divenne in seguito la responsabile provinciale del Forum della Cooperazione Internazionale ed Immigrazione. Il 7 giugno 2009 fu consigliera provinciale a Modena per il Partito Democratico ed entrò a far parte della commissione Welfare e politiche sociali. Ma è - per l'appunto - con le elezioni Politiche del febbraio 2013 che l'opinione pubblica cominciò a conoscerla decisamente meglio.
La breve e discussa esperienza da ministro
Due mesi di tira e molla tra Bersani (il "non vincitore" di quelle consultazioni elettorali) e Grillo su nuovo governo e Presidente della Repubblica non portarono a niente: Napolitano venne riconfermato al Quirinale, Enrico Letta fu nominato premier di un esecutivo di larghe intese (Pd, Pdl e Scelta Civica) e, dopo essere entrata a Montecitorio, Kyenge sarà designata come prima ministra nera (come lei stessa preferiva più volte definirsi rispetto all'espressione "di colore") di governo della Repubblica Italiana. C'è da dire, però, di quei dieci mesi al potere non verranno tuttavia ricordate sue misure che andavano effettivamente a migliorare il processo di Integrazione.
Nei fatti, volente o nolente, Kyenge passerà alla storia solo ed esclusivamente per il fatto di essere stata paragonata - il 13 luglio 2013 - da Roberto Calderoli a "un orango". Il fascicolo aperto dalla procura di Bergamo per istigazione all’odio razziale porterà prima a una condanna in primo grado e in Appello a un anno e sei mesi per l'attuale ministro degli Affari regionali; dopo di che la Cassazione annullerà il responso nel giugno 2022, in attesa di un nuovo verdetto.
Che fine ha fatto Cècile Kyenge?
Il governo Letta cade nel febbraio 2014 e, con lui, anche l'esperienza ministeriale di Kyenge. Poco male: perché le porte del Parlamento europeo si apriranno per lei tre mesi dopo le 92.898 preferenze ottenute alle elezioni. I temi portati avanti saranno sempre gli stessi: immigrazione, inclusione sociale dei nuovi cittadini europei, cooperazione internazionale e lotta contro il razzismo e xenofobia. Nella sostanza comunque – anche per via delle varie farraginosità dell'Europa – non arriva niente di fondamentale. Nel 2019 si ricandida, ma non è ugualmente fortunata: è solo ottava, con 42.172 voti, nella medesima circoscrizione del Nord-Est: niente rielezione. L'ex deputata sparisce definitivamente dai radar dei media.
Ma, a 59 anni di età, cosa sta facendo in questo momento Cècile Kyenge? Dopo l'addio alla politica, l'ex ministra era poi tornata alla sua passione professionale originaria con la quale aveva cominciato a muoversi in Italia: è del luglio 2021, del resto, la notizia secondo la quale era diventata medico di base in un quartiere della periferia di Padova rimasto scoperto dal servizio. L'Usl 6 ha assegnato un anno di contratto l'aveva assunto. Anche se non erano mancate le polemiche.
La Federazione dei medici di medicina generale aveva attaccato: "Sono state saltate delle procedure. Inoltre lei è un'oculista e non un medico di famiglia". Insomma: che sia politica o medicina, le polemiche intorno alla Kyenge non finiscono mai.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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