"Campo largo anche in Basilicata": ma Chiorazzo non si ritira ancora

L'esponente inizialmente indicato dal Pd lucano a candidarsi come presidente di Regione (e non gradito dai 5 Stelle) non interrompe la propria corsa a governatore: "Resto in campo". La sua figura rischia la spaccatura dei giallorossi in Sud Italia

"Campo largo anche in Basilicata": ma Chiorazzo non si ritira ancora
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Prove tecniche di ammucchiata anche in Basilicata, ma ancora nessuna fumata bianca. A pochi giorni dalla scadenza della presentazione delle liste elettorali il colpo di scena che consentirebbe al cosiddetto "campo largo" del centrosinistra di riavviare un dialogo: Angelo Chiorazzo, esponente sostenuto inizialmente dal Partito Democratico lucano come candidato presidente di Regione, non si ritira ancora. Nonostante una serie di incontri avvenuti nelle scorse ore a Roma prima a casa di Giuseppe Conte e poi con Elly Schlein al Nazareno, Il "re delle coop bianche" - che era stato indicato dalla lista civica "Basilicata casa comune" e subito dai dem locali, in particolare l'ex ministro della Salute Roberto Speranza, - resta ufficialmente ancora in campo a dispetto della netta contrarietà del Movimento 5 Stelle.

È proprio lo stesso Chiorazzo a confermare che "è in corso un dialogo cordiale e aperto con il Pd e il M5s a livello nazionale per cercare una soluzione per essere competitivi in vista delle elezioni regionali", dichiara. Tuttavia, "in questi mesi mi ha sempre guidato solo ed esclusivamente l'amore per la mia terra. Per questo sono e resto in campo. La nostra campagna elettorale va avanti - sembrerebbe un po' la doccia fredda sui dem e sui grillini in vista del voto locale -. Proprio oggi abbiamo annunciato un evento sulle disparità di genere per martedì prossimo. Allo stesso tempo sto facendo tutto il possibile, continuando il confronto già avviato con tutte le forze politiche, per rendere più forte il campo dell'alternativa".

Una dichiarazione che è arrivata a seguito del faccia a faccia con Conte, il quale ha poi dichiarato: "Stiamo lavorando per la Basilicata. Abbiamo un programma e ora dobbiamo lavorare a una candidatura credibile e rappresentativa di tutti e di tutte le forze civiche. Ci siamo confrontati con Chiorazzo e continueremo a confrontarci con lui, con il Pd e tutte le forze che vogliono lavorare per uno schieramento progressista". Il tutto proprio nell'ultimo giorno di campagna elettorale in vista del voto di questa domenica in Abruzzo che vedrà sfidarsi il rappresentante del "campo larghissimo", Luciano D'Amico, contro il governatore uscente sostenuto dal centrodestra unito, Marco Marsilio. Le trasferte abruzzesi conclusive non hanno tuttavia messo in secondo piano l'appuntamento in Basilicata previsto per il 21 e 22 aprile prossimi.

Ma la speranza del centrosinistra non è ancora finita. Stando a quanto filtra da fonti parlamentari, l'ipotesi sul tavolo sarebbe quella "di convergere su un'altra candidatura che abbia anche il placet dello stesso Chiorazzo" per non spaccare la coalizione. Le ipotesi sono due: il civico Lorenzo Bochicchio, ex direttore dell'Asl di Potenza, oppure Piero Marrese, presidente dem della Provincia di Matera. A questo punto, con l'eventuale via libera all'accozzaglia rossa anche nel Sud Italia (dove prevedibilmente dovrebbe unirsi anche Azione di Carlo Calenda, come in Abruzzo), rimarrebbe nel pantano solo la Regione Piemonte, che aprirà alle urne l'8 e il 9 giugno in concomitanza con le elezioni europee. Potrebbe diventare l'unica in cui Pd e M5s vanno separati al voto? Possibile, soprattutto in virtù del fatto che - a differenza della Basilicata dove sulla carta le possibilità di vittoria ci potrebbero anche essere - le chance di trionfare contro Alberto Cirio sono invece piuttosto risicate.

E là, tra l'altro, la diversità di veduta su un'opera fondamentale come il Tav è evidentissima. Solo dopo il 16 marzo, giorno in cui è convocata l'assemblea del Pd piemontese, si vedrà se l'asse giallorosso potrà riprendere vigore anche sotto la Mole.

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