Giuseppe Conte e Roberto Speranza. Uniti nella buona e, soprattutto, nella cattiva sorte. La gestione dell’emergenza Covid ha cementato il loro rapporto. In quel periodo entrambi hanno accresciuto il loro consenso tra gli italiani spaventati dal coronavirus e si sono dovuti difendere e spalleggiare a vicenda dagli attacchi delle opposizioni e dei no vax. Hanno imposto il lockdown e nulla sembrava poter scalfire un feeling così forte.
Era stato proprio Speranza a dare il pretesto a Conte e Schlein per sedere di nuovo uno accanto all’altro dopo svariati mese in occasione della presentazione del suo libro “Perché guariremo” (sì, proprio quello che era stato ritirato dalle librerie in fretta e furia dopo l’arrivo della seconda ondata di Covid). Dopo il voto alla Camera sul via libera alla legge che istituiva la una Commissione d'inchiesta sulla gestione dell'emergenza Covid, lo scorso luglio, Conte si è precipitato ad andare ad abbracciare il suo ex ministro della Salute e nulla sembrava potesse dividerli. Entrambi sono finiti sotto processo proprio per la gestione della pandemia, ma l’inchiesta si è conclusa con l’archiviazione. Il loro sembrava un rapporto idilliaco e inossidabile, in grado di superare le intemperie più gravi. Non c’è stata nessuna frattura irreparabile, sia chiaro. Certo è, però, che sulle Regionali in Basilicata le divergenze sono evidenti.
Forse il leader del M5S pensava di poter imporre un suo candidato anche lì, magari lo stesso Speranza. O, forse, più semplicemente voleva avere voce in capitolo sul candidato dello sfidante del presidente uscente di centrodestra, Vito Bardi. Speranza ha proposto, sostenuto e appoggiato il civico Angelo Chiorazzo, imprenditore delle cooperative bianche della Basilicata. Un nome sul quale il M5S ha, fin da subito, posto il suo veto. Un’impuntatura che non è piaciuta ai vertici del Pd nazionale dal momento che i democratici hanno già rinunciato al candidato in Sardegna e speravano, a maggior ragione dopo l’Abruzzo, di trovare l’unità anche nelle altre Regioni che andranno presto al voto: Basilicata e Piemonte. Conte, invece, si terrà le mani libere sino alla fine anche a costo di incrinare il suo rapporto con il suo ex ministro preferito.
Intanto, Chiorazzo, intervenuto a Un Giorno da pecora, a domanda precisa dei conduttori Giorgio Lauro e Geppi Cucciari, precisa: “Non essere un uomo di Roberto Speranza: a lui sono legato da un rapporto di profonda stima, anche per come ha gestito la pandemia". E aggiunge: “Non mi ritiro. Noi siamo pronti. Resto candidato anche senza i Cinque stelle, che rischiano di diventare i Soru della Basilicata".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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