La votazione per i nuovi membri del Cda Rai rischia di mettere definitivmente la parola fine sul Campo largo così tanto sponsorizzato da Elly Schlein. La "grande ammucchiata" per mettere insieme il Pd con il M5s, ma anche con Avs, Azione e Italia viva è naufragata oggi dopo aver perso pezzi cammin facendo. L'idea di un'alleanza elettorale, e non politica, che non è mai piaciuta agli elettori ma che Schlein e Giuseppe Conte hanno cercato di mettere assieme per superare il Centrodestra si è scontrata contro uno scoglio, nemmeno tra i più grossi. E l'evidente frattura tra i due leader è stata palesata qusta mattina davanti alla Corte di Cassazione, dove le opposizioni si sono recate per depositare le firme per il referendum di cittadinanza.
Schlein e Conte si sono ignorati, non si sono parlati, i due universi politici che hanno cercato per mesi di mettere assieme si sono incontrati e scontrati. Ed è forse partita una resa dei conti all'interno dell'opposizione, quella stessa che da settiman evoca una frattura del Centrodestra che, invece, appare più solido che mai. I due rispondono ai cronisti da due postazioni diverse e distanti, come a rimarcare l'abisso che li separa. E nelle interviste abbandonando anche la diplomazia, aprendo lo scontro politico. E il primo a colpire è il leader del M5s, che riferendosi a quanto accaduto poco prima in Aula ha dichiarato: "Spaccatura? Qui la spaccatura c'è stata da parte del Pd che ha deciso con Renzi". La replica di Schlein non si è fatta attendere, con la presentazione di un'altra versione rispetto a quella del pentastellato: "La nostra posizione è di assoluta coerenza, va chiesto ad altri perchè hanno cambiato opinione".
Ma quel siparietto è stato solo il primo atto di una giornata di alta tensione tra Pd e M5s. Durante i lavori parlamentari successivi al voto per il Cda Rai, dopo che la maggioranza ha dichiarato inammissibili gli emendamenti dell'opposizione al ddl Lavoro, i deputati del M5s hanno abbandonato l'Aula. Pronta la reazione dei colleghi del Pd al vetriolo: "Quando si tratta di ottenere poltrone in Rai, sempre presenti per votare. Quando invece non si parla di poltrone, si abbandona l'Aula". Un commento che è arrivato alle orecchie dei pentastellati: "Il Pd usa le stesse parole utilizzate da Faraone in aula. Non vorremo che, dopo la Rai, anche sul lavoro, dove Italia viva non ha nulla da insegnare, il Pd si faccia dettare la linea da Renzi". Ed ecco che, forse, è emerso il vero elemento della discordia: Matteo Renzi. Il M5s aveva dato l'aut-aut fin dall'inizio: o lui o noi.
Ma pare che il Pd abbia continuato a flirtare con il suo ex segretario, fino ad arrivare all'inevitabile esplosione di oggi. Cosa succederà adesso? Ci sono delle campagna elettorali in corso dove M5s e Pd corrono assieme. E c'è una Regione, la Sardegna, dove governano in tandem.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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