Sono Federica Frangi e Roberto Natale i due componenti del Consiglio di amministrazione Rai eletti dalla Camera dei deputati: questo è quanto ha annunciato all'Aula di Montecitorio il presidente di turno, Giorgio Mulè. Frangi, sul cui nome sono convenute le forze della maggioranza di centrodestra (su indicazione di Fratelli d'Italia) ha ottenuto 174 voti. Natale, sulla cui candidatura dovrebbero essere confluiti Movimento Cinque Stelle e Alleanza verdi e sinistra, ha ricevuto 45 consensi. I voti dispersi sono stati tre, tre le schede bianche, sei le schede nulle, mentre non c'è stato nessun astenuto. Partito democratico, Azione e Italia viva non hanno partecipato al voto. In Senato semaforo verde per Antonio Marano, proposto dal centrodestra (97 voti) e Alessandro Di Majo per M5s e Avs ( 27 voti). Un solo voto è stato ottenuto da Ruggero Aricò, mentre le schede bianche sono state due e le schede nulle quattro in totale.
Chi sono i nuovi consiglieri Rai
Federica Frangi è giornalista professionista iscritta all'Ordine del Lazio dal 8 marzo 2005, con esperienze nel giornalismo radiotelevisivo e negli uffici stampa: ha lavorato nella redazione di "Porta a Porta" e, fino allo scorso febbraio è stata consigliere nazionale della Fnsi eletta al Congresso di Chianciano con la lista "Stampa Libera e Indipendente". È stata anche presidente dell'Associazione Stampa Romana, articolazione della Federazione Nazionale della Stampa nel Lazio, e ha fatto parte del direttivo di Lettera 22, l'associazione di giornalisti "non omologati". Attualmente lavora al Tg2 alla redazione cronaca. Roberto Natale è un giornalista Rai dagli anni '80, quando ha iniziato a lavorare presso la redazione regionale del Lazio. Ha svolto l'attività sindacale come segretario dell'Usigrai dal 1996 al 2006: dal 2007 al 2013 è stato presidente della Fnsi, poco prima di candidarsi (senza essere eletto) con Sinistra Ecologia Libertà di Nichi Vendola. Nel marzo 2013 diventa portavoce istituzionale di Laura Boldrini, allora presidente della Camera: un incarico che manterrà fino al termine della legislatura nel 2018. Nel 2022 è nominato responsabile della Direzione "Rai per la Sostenibilità - Esg".
L'altro nome proposto in quota maggioranza (questa volta dalla Lega) è quello di Marano. Il manager originario della provincia di Foggia, 68 anni, ha maturato una ventennale esperienza in Rai dove ha diretto Rai2 per poi diventare vicedirettore generale del Servizio pubblico e, tra il 2016 e il 2020, è stato anche presidente di Rai Pubblicità. Attualmente ricopre la funzione di direttore commerciale della Fondazione Milano-Cortina. Di Majo è un avvocato iscritto all'Albo di Roma dal novembre 1996 fino a gennaio 2018 e poi ancora marzo 2020. Consigliere presso la Corte di Cassazione dal 2018 al 2019, è stato anche giudice del Collegio di Garanzia dello Sport presso il Coni. I quattro membri resteranno in carica, secondo le regole attuali, per tre anni. Poi, la partita si sposterà in commissione di Vigilanza dove serviranno le preferenze di due terzi dei componenti per scegliere il presidente (il cui nome, insieme a quello dell'amministratore delegato, viene indicato dal ministero dell'Economia e nominato dal Consiglio dei ministri).
Pd e centristi contro i grillini
Il campo largo del centro sinistra si spacca completamente. Elly Schlein aveva infatti ribadito la scelta dell'"Aventino perché "non c'è motivo di rinnovare il Cda, visto che già controllano la Rai” aggiungendo che i dem sarebbero "coerenti con le cose che diciamo e non siamo disponibili a farci tirare per la giacca" Sulla sua scelta si sono allineati anche Carlo Calenda e Matteo Renzi. "Quanto accaduto questa settimana sul rifinanziamento delle missioni all'estero e la Rai, dimostra che il campo largo non esiste nei fatti - scrive Azione in una nota -. Se ne prenda atto e si lavori per la costruzione di un'alternativa di governo riformista ed europeista". Maria Elena Boschi invece, in un'intervista al Foglio spiega così la decisione di non partecipare: "Abbiamo scelto di tenere una linea condivisa con il Pd e continueremo a farlo. Gli altri partiti di opposizione, dopo aver avuto una posizione unitaria per settimane, si sono smarcati e si voteranno i loro nomi nel Cda - ha ricordato l'ex ministra -. Mi pare che chiarisca una volta in più al Pd chi è affidabile e chi no".
Conte risponde a muso duro
Alle critiche rivolte ai Cinque Stelle risponde direttamente Giuseppe Conte: "Non capisco la decisione del Pd. Il Cda del servizio pubblico deve essere presidiato dalle forze di opposizione. La spaccatura c'è stata da parte del Pd insieme a Renzi, che dopo la riforma della Rai del 2015 fanno questa spaccatura". E prosegue nel contrattacco ai dem: "Noi ci aspettiamo un Pd conseguente dopo decenni invece di segno diverso che ha dato alla Rai - aggiunge -. Il cda non è una poltrona, sono posizioni di controllo, di vigilanza''. Non del tutto ottimista il commento di Angelo Bonelli, che ha deciso di seguire la linea grillina: "Il campo largo non esiste perché se esistesse avremmo una situazione differente - sostiene il deputato dei Verdi - .
Abbiamo già molti punti in comune su alcune questioni, sui temi penso al salario minimo, alla vicenda sull'autonomia differenziata che è molto importante. Le prossime saranno settimane di confronto, intanto abbiamo le elezioni regionali dove siamo uniti, saranno molto importanti".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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