Domani è in programma il voto sul Cda della Rai e il campo largo è in frantumi. Un appuntamento importante: Camera e Senato si riuniranno per eleggere i quattro membri del consiglio di amministrazione di scelta parlamentare. Ad essi si affiancheranno i due membri scelti dal governo e quello designato da viale Mazzini. Ma la sinistra che sogna l’accozzaglia anti-Meloni deve fare i conti con la realtà e con l’ennesima diversità di vedute: se M5s e Avs sono pronti a votare, il Pd – o meglio Elly Schlein – vuole l’Aventino.
Nel primo pomeriggio si è tenuto un incontro tra la Schlein, i capigruppo dem di Camera e Senato, Chiara Braga e Francesco Boccia, e i membri Pd della vigilanza Rai. Questi ultimi hanno dato mandato alla segretaria di discutere la posizione che si terrà rispetto alla votazione di domani sul Cda. Appuntamento a questa sera, quando si terrà la riunione dei gruppi: al termine del vertice il Pd esprimerà la sua posizione.
Ma difficilmente ci sarà un dietrofront. In Transatlantico l’epilogo della vicenda viene dato per assodato, con la conferma della linea aventiniana voluta dalla Schlein, disposta pure a spaccare il partito. Sì, perché tanti dem a microfoni spenti sono contrari alla linea dura e non è un mistero che diversi parlamentari abbiano provato a convincere la segretaria a mettere da parte l’ipotesi del non voto. Con scarso successo. "In ogni caso, sembra ormai troppo tardi per un'inversione di marcia e credo che questa sarà la valutazione che faranno anche i gruppi stasera", la previsione di un deputato. Una linea oltranzista, legata indissolubilmente alle recenti battaglie sulla Rai, o meglio su Telemeloni. Un modo per non perdere la faccia, evidentemente.
A meno di clamorose sorprese, il campo largo andrà (già) in frantumi. M5s e Avs sosterranno la candidatura di Roberto Natale, ex sindacalista Usigrai nonché ex portavoce di Laura Boldrini. Di poche ore fa l’appello di Nicola Fratoianni e Angelo Bonelli all’unità: “Lanciamo un appello alle opposizioni: incontriamoci al più presto per discutere insieme con l'obbiettivo di arrivare ad una posizione condivisa".
Giuseppe Conte è pronto a fare la sua parte: "Noi domani andiamo a votare perché si tratta di servizio pubblico non di un affare privato. È una questione di garanzia, di vigilanza. Poi ho detto in tutte le lingue che conosco che non voteremo Agnes presidente". Seguiranno aggiornamenti.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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