Casapound sporge querela Ma il pm archivia: "I fascisti non meritano alcuna tutela"

Polemica per la decisione del sostituto procuratore di Aosta. Ha chiesto l'archiviazione di una querela sporta da Casapound perchè "i fascisti non meritano alcuna tutela"

Casapound sporge querela Ma il pm archivia: "I fascisti non meritano alcuna tutela"

Insultare i fascisti non è un reato. Certo è sempre meglio del mortifero motto degli anni di piombo, quello che voleva aprire la stagione della caccia al camerata al grido di "Uccidere un fascista non è un reato". Ma il precedente è curioso e anche un po' pericoloso. La storia arriva dalla Valle d'Aosta e l'ha raccontata il Fattoquotidiano.it: "'Nel nostro ordinamento le posizioni politiche legate al fascismo e al nazismo non meritano alcuna tutela'. Con questa motivazione il sostituto procuratore Luca Ceccanti ha scritto al giudice per le indagini preliminari di Aosta per chiedere l’archiviazione del procedimento penale per diffamazione", scrive il quotidiano di Antonio Padellaro.

La storia è questa: Casapound Italia sporge denuncia nei confronti di Paolo Momigliano Levi, ex direttore dell'Istituto Storico della Resistenza di Aosta e consigliere comunale per una lista di sinistra. Momigliano, durante una seduta della giunta comunale, avrebbe denunciato la comparsa in città di "organizzazioni che si rifanno al fascismo". Non sono esattamente delle accuse al vetriolo, ma Casapound se la lega al dito e decide di adire le vie legali. La pratica finisce sulla scrivania del sostituto procuratore Luca Ceccanti che, cercando di smontare la questione, ne crea una di dimensioni maggiori. Il pm infatti prende carta e penna e scrive al giudice per le indagini preliminari di archiviare il caso. Le motivazioni? I fascisti non meritano di essere tutelati legalmente.

Per Luigi Vatta, legale di Casapound, dietro la decisione del sostituto procuratore c'è "la medesima dottrina che, durante gli anni di piombo, venne esemplarmente sintetizzata nell’agghiacciante motto uccidere un fascista non è un reato".
Adesso la parola passa al Gip, ma la polemica è già scoppiata.


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