Cattolici del Pd: “Ciani? Siamo rappresentati anche senza di lui"

Cattolici del Pd in subbuglio dopo la nomina di Paolo Ciani a vicecapogruppo del partito alla Camera

Cattolici del Pd: “Ciani? Siamo rappresentati anche senza di lui"
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La scelta di puntare su Paolo Ciani è “un contentino” per i cattolici? È questo il sospetto che si fa sempre più forte all’interno del Pd.

Elly Schlein, nominando il segretario di Demos (Democrazia Solidale) Paolo Ciani vicecapogruppo della Pd alla Camera, avrebbe risolto due problemi in un colpo solo: far fuori il figlio dell’arci-nemico Vincenzo De Luca e zittire chi l’accusa di aver trascurato l’ala cattolica del partito. Che l’intento fosse proprio questo lo si evince dalla dichiarazione pubblicata sui social dal deputato piddino (ex Articolo 1), Arturo Scotto: "Paolo Ciani è persona di grande spessore. Affidargli un ruolo di direzione nel gruppo Pd conferma la necessità di aprirsi a un mondo cattolico che va incoraggiato a stare nel campo progressista. Sulle armi ha solo auspicato un'evoluzione del dibattito. Non mi sembra uno scandalo”. Anche Rosy Bindi benedice la nomina di Ciani spiegando, nel corso della trasmissione Tagadà, che il Pd deve “riprendere un rapporto con il movimento cattolico, quello che sta con gli immigrati, con i poveri, nelle mense, che lotta per la tutela dell’ambiente e per la pace”. E aggiunge: “Si continua a dire che con la Schlein non c’è spazio per i cattolici. Nel momento in cui viene nominato un vicecapogruppo che appartiene ad una tradizione del cattolicesimo italiano, allora a quel punto non va più bene”.

La “mossa Ciani”, però, non ha sortito gli effetti sperati, almeno stando a quanto scrive il senatore del Pd Filippo Sensi su Twitter."Stimo e rispetto Paolo Ciani, la sua storia, la sua integrità. Sono cattolico, apostolico, romano e del @pdnetwork, ce le ho tutte. Ma il mio sostegno fino alla fine all'Ucraina e alla resistenza contro l'aggressione della Russia non vacillerà, non cambierà. No #slavaukraini", ha twittato l’ex portavoce di Renzi. Gli fa eco il senatore Alfredo Bazoli che, interpellato da ilGiornale.it, sentenzia: “Non abbiamo bisogno di Ciani per dare rappresentanza ai cattolici dentro il Pd”. Poi, rincara la dose: “Nominarlo è stato un errore politico”, ribadendo che la posizione dominante nel mondo cattolico del Pd è quella di significa supportare la resistenza ucraina all’aggressione russa. L’ex senatore Pd, Stefano Ceccanti, ricorda che l'Italia è entrata nella Nato e nell'Unione europea grazie alla leadership del cattolico Alcide de Gasperi e che durante la Resistenza l’uso della forza era “accettato in modo normale come ci dicono i diari di Taviani”.

“È, quindi, un errore scambiare per prevalenti ieri come oggi filoni nobili ma decisamente minoritari che si ispirano a visioni neutraliste o di astratto pacifismo, posizioni confutate in modo puntuale da Emmanuel Mounier”, dice Ceccanti a ilGiornale.it, essendo fermamente convinto che sia sbagliato“pensare che su questo come su altri argomenti i cattolici italiano possano essere una sorta di longa manus della Santa Sede”.

Il renziano Enrico Borghi, fuoriuscito dal Pd da pochissimi mesi, si dice “preoccupato della confusione che sta emergendo in casa dem perché viene nominato per acclamazione un vicecapogruppo che non fa riferimento al Pd e che contestualmente, però, chiede che il partito cambi posizione su una materia così importante come l’invio delle armi a Kiev”.

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