Il Cav accelera su Forza Italia, domani ufficio di presidenza

Convocato per domani alle 17 l'ufficio di presidenza "ristretto". Il Cav chiede unità e accelera sul nuovo soggetto politico

Il Cav accelera su Forza Italia, domani ufficio di presidenza

Silvio Berlusconi vuole mandare in soffitta il Pdl e accelerare sul passaggio alla nuova Forza Italia. Non gli è affatto piaciuto il braccio di ferro di questi giorni tra governativi e lealisti. Il blitz dei "falchi" di ieri al Senato sul Comitatone per le riforme che per poco mandava a picco il governo è stato l’ultimo segnale della guerra in corso. Il Cavaliere non vuole una rottura, adesso non converrebbe a nessuno. Per affrontare le prossime sfide parlamentari e rintuzzare le insidie giudiziarie, il leader azzurro vuole un partito compatto, almeno fino al voto della decadenza. Prova del fuoco che verrà considerata il vero spartiacque.

La minaccia di gruppi autonomi al Senato resta sullo sfondo. Le "colombe" contano il doppio dei 23 frondisti già noti. I "falchi", invece, assicurano che insieme ai lealisti vicini a Raffaele Fitto potrebbero far cadere il premier Enrico Letta in qualsiasi momento. In questo clima di veleni, Berlusconi è sempre più tentato di far saltare il tavolo, ma preferisce frenare affilando le armi sulla legge si stabilità, su cui non farà sconti. Non a caso, domani alle 11 è stato convocato a Montecitorio un maxivertice con il vicepremier Angelino Alfano, i ministri, i sottosegretari e i capigruppo di Camera e Senato per dare filo da torcere sulla manovra. Le parole di Renato Brunetta sono un programma di quello che potrebbe essere il percorso parlamentare dei provvedimenti: "Guerriglia su tutti i provvedimenti".

Dopo aver fatto un giro di consultazioni con i vertici del partito, Berlusconi ha convocato per domani un Ufficio di presidenza che potrebbe mettere ai voti il passaggio formale a Forza Italia. All’ordine del giorno ci sarebbe la messa a punto della linea politico-programmatica del partito. Secondo i lealisti il Cavaliere sancirà l'azzeramento degli incarichi congelando di fatto la leadership di Alfano e rinviando a un momento successivo il confronto sui futuri organigrammi. "Lo statuto di Fi non prevede la figura di segretario, ma riconosce pieni poteri solo al presidente", assicura uno di loro. Anche i governativi ammettono a mezza bocca che forse qualcosa di vero c’è. Di certo, l’ex premier è intenzionato a "resettare" il Pdl per dar vita a un nuovo ciclo mettendo sull’avviso chi vorrà tradirlo. "Se qualcuno vuol andare via, faccia pure, si asssumerà sue responsabilità, ora basta", sarebbe stato il suo ragionamento. Nel Pdl c’è grande fibrillazione, in attesa delle parole del Cav. I "pontieri" si danno da fare per calmare gli spiriti.

Attenendosi fermamente a quanto prescrive lo Statuto, l'ufficio di presidenzaprevede la partecipazione dei soli membri effettivi, ovvero 24. Di questi, convocazioni alla mano, e sulla carta, solo cinque sono gli annoverabili tra i governativi: oltre ad Angelino Alfano ci saranno infatti Renato Schifani, Maurizio Sacconi, Carlo Giovanardi e Roberto Formigoni. Ma per i lealisti sono almeno altri sei gli indecisi. "Quindi - viene spiegato - se si dovesse andare alla conta nella peggiore delel ipotesi i lealisti avrebbero la meglio per 13 a 11 voti". "Escludo una scissione, sarebbe un gravissimo errore", ha assicurato questa sera Fitto ribadendo, ai microfoni di Porta a Porta, che nel Pdl non è in atto uno scontro. "È pericoloso disegnare scenari di divisione".

Dopo l'ufficio di presidenza di domani, Berlusconi starebbe vagliando l'ipotesi di convocare per l’8 dicembre il Consiglio nazionale del Pdl che dovrà sancire il

passaggio ufficiale e definitivo a Forza Italia. Una data non casuale: lo stesso giorno, infatti, si celebra il congresso del Pd, ovvero le primarie che dovranno eleggere il nuovo segretario del partito.

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