Il Cav boccia la Convenzione: "È solo una perdita di tempo, il parlamento faccia le riforme"

Mentre la politica si divide su chi deve guidare la Convenzione, il Cav: "ll cambiamento va portato avanti dal parlamento"

Il Cav boccia la Convenzione: "È solo una perdita di tempo, il parlamento faccia le riforme"

L'obiettivo è quello di arrivare a riforme condivise che facciano respirare il Paese. Il tempo a disposizione, però, è risicato. Per questo c'è il rischio concreto che l'ipotesi della Convenzione per le riforme istituzionali si riveli una dispendiosa perdita di tempo. Proprio per questo, Silvio Berlusconi resta fermamente convinto che "il cambiamento debba esser portato avanti dal parlamento stesso", come dice l’articolo 138 della Costituzione, in modo tale da arrivare "nel più breve tempo possibile" a riformare l'impalcatura costituzionale del Paese.

Ai microfoni di Mattino Cinque, il Cavaliere ha manifestato le proprie preoccupazioni per i lavoro che il governo Letta e il parlamento sono chiamati in un frangente tutt'altro che roseo per l'Italia. Oltre a un piano economico che trascini il Paese fuori dalla recessione in cui è rimasto invischiato, si fanno sempre più necessarie le riforme istituzionali per cambiare la struttura dello Stato. L’idea della Convenzione era nata da una proposta di Massimo D’Alema, poi confermata nel rapporto dei dieci saggi nominati dal presidente della Repubblica Giorgio Napolitano. Nel suo discorso alle Camere, anche il premier Enrico Letta ha confermato che la Convenzione è la strada giusta da percorrere per arrivare a riforme condivise. Tuttavia, nei giorni scorsi il Paese ha dovuto assistere a un triste balletto politico per decidere chi debba essere il presidente. "È tutto tempo perso - ha commentato Berlusconi - perché non si fa che allungare i tempi, quando invece il cambiamento può essere portato avanti dal parlamento in modo tale da arrivare nel più breve tempo possibile ad avere le riforme che servono". Il leader del Pdl ha ricordato che la Convenzione è "un organismo non previsto dalla Costituzione". Un organismo che richiederebbe tempi di approvazione che non farebbero altro che allungare il percorso per il cambiamento. Proprio per questo, dovrebbe essere il parlamento a mettersi al lavoro quanto prima.

Nell'intervista di questa mattina Berlusconi ha, infatti, smentito di aver mai mirato a presiedere la Convenzione: "Ho visto tutte le critiche mosse alla mia persona sull’eventualità della mia presidenza della Convenzione. Ma io l’ho buttata lì, era una battuta". D'altra parte, nel 1994, il Cavaliere è stato il primo a parlare della necessità di riformare la Costituzione. Un punto su cui il centrodestra ha le idee chiare da sempre. "Abbiamo anche già una proposta di legge depositata in parlamento. L’Italia non è un Paese veramente governabile, per questo è necessario cambiare la Costituzione", ha annunciato il Cavaliere ricordando i pochi poteri di cui dispone il presidente del Consiglio e i tempi lunghi che impiega una legge per essere approvata.

"Le riforme sono urgenti e si deve perciò dare al premier gli stessi poteri dei suoi colleghi delle democrazie occidentali, la decretazione d’urgenza e una sola Camera per approvare le leggi entro 190 giorn - ha spiegato - dimezzare il numero dei parlamentari e riformare la composizione della corte costituzionale".

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