Il Cav ridisegna Forza Italia: Toti sarà coordinatore unico

La nomina del direttore del Tg4 ha anche l'obiettivo di tendere la mano al Ncd. Ma si accendono i malumori nel partito: la vecchia guardia teme l'esclusione

Il Cav ridisegna Forza Italia: Toti sarà coordinatore unico

La fase della riflessione, come sempre accade a Silvio Berlusconi, è durata mesi. Ma pare che ormai il Cavaliere abbia deciso, tanto che nelle ultime 48 ore ha iniziato a comunicare le sue decisioni ai big del partito. Una in particolare, nell'aria ormai da settimane. La nomina di Giovanni Toti a numero due di Forza Italia sembra infatti una questione di ore, davvero poche se in molti l'attendono già per oggi. Il primo passo verso quello «svecchiamento» su cui l'ex premier punta da molto e di cui parla da tempo nelle sue conversazioni private. Senza incertezze se anche durante queste vacanze di Natale non ha nascosto il suo fastidio verso i «veti e contro-veti» che gli arrivano da dentro il suo stesso partito su qualunque cosa voglia fare. «Non solo nominare un coordinatore regionale, ma pure spostare una penna è diventato un problema dentro Forza Italia», si è lasciato scappare Berlusconi. «Voglio facce nuove e volti giovani», ripete come un mantra il Cavaliere.

E alla fine il grande passo sembra ormai fatto. Dopo averlo mandato come suo «rappresentante» alla riunione sulla legge elettorale che si è tenuta alla Camera martedì pomeriggio, il direttore di Tg4 e Studio Aperto sembra ormai ad un passo dalla nomina a coordinatore organizzativo di Forza Italia (l'unica che non comporta una modifica dello Statuto). Una casella chiave, la più importante dopo quella di presidente che è ovviamente ricoperta da Berlusconi. Questo, almeno, riportano i rumors di piazza in Lucina, ma anche delle riunioni che si tengono nel pomeriggio a Palazzo Grazioli dove il Cavaliere arriva a metà giornata. Ed è proprio a via del Plebiscito che a tarda sera sono attesi Toti, Gianni Letta e i capigruppo di Camera e Senato Renato Brunetta e Paolo Romani, oltre che Denis Verdini. Questo ultimo non certo contento della nomina, non tanto perché i due non sono propriamente due amici di vecchia data quanto perché di fatto Toti andrebbe a ricoprire quello che è da sempre il ruolo di Verdini. Con l'obiettivo non solo di «svecchiare» il partito (non solo per quanto riguarda le facce, ma anche nella comunicazione) ma pure di allungare una mano ad Angelino Alfano nell'ottica di un futuro riavvicinamento.

La nomina di Toti, infatti, ha un suo peso anche «politico». Il direttore di Tg4 e Studio Aperto, infatti, non solo è molto ben visto da Fedele Confalonieri e Marina Berlusconi, ma è pure una colomba, certamente favorevole ad un ricongiungimento con il Ncd di Alfano. Riavvicinamento di cui peraltro parla anche Berlusconi che, sempre nei suoi colloqui privati, non nasconde la speranza di correre alle prossime politiche nella stessa coalizione con Alfano e compagni.

L'accelerazione voluta dal Cavaliere, però, ha acceso fortissimi malumori all'interno del partito. La vecchia guardia, infatti, non gradisce affatto l'arrivo di un corpo estraneo in una posizione non solo apicale ma pure decisiva (sulle decisioni che contano come sulle liste elettorali). E a lamentarsi sono in molti, moltissimi. Più o meno quasi tutto il gruppo dirigente di piazza San Lorenzo in Lucina che a questo punto teme di essere vittima dello «svecchiamento». D'altra parte, il clima dentro Forza Italia era già piuttosto teso dopo la nomina di alcuni coordinatori regionali. In alcuni casi ci sono state vere e proprie sollevazioni. È accaduto per esempio in Veneto, dove il neo-nominato Marco Marin è apertamente accusato da tutta la Forza Italia locale di essere «uomo di Alfano».

Così, quasi tutti i deputati e senatori veneti sono letteralmente furiosi con alcuni di loro (ieri lo confidava ad un collega in Transatlantico Lorena Milanato) che stanno pensando di

lasciare il gruppo di Forza Italia e passare al Misto. E pure Giancarlo Galan, berlusconiano della prima ora, non pare averla presa per nulla bene, tanto da far presente il suo disappunto in una lunga telefonata al Cavaliere.

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