Il Cav: "Le toghe vogliono eliminarmi, ma io non mi lascio intimorire"

Il Cav a Brescia: "Sostengo questo governo". E rivendica: "Abbiamo onorato l'impegno preso, l'Imu via da giugno". Poi annuncia la riforma della giustizia

Il Cavaliere Silvio Berlusconi in piazza del Duomo a Brescia
Il Cavaliere Silvio Berlusconi in piazza del Duomo a Brescia

"Sono venuto qui in piazza per dirvi che io sono qui più determinato di prima". A Brescia, in una piazza del Duomo gremita di bandiere azzurre, Silvio Berlusconi scalda il popolo del centrodestra e rilancia il proprio impegno per mettersi al servizio del Paese. Un impegno che, oltre a porre le misure economiche al centro del programma che il Pdl intende portare all'interno del governo, mira a porre finalmente un freno alla magistratura politicizzata e a riformare l'intero sistema giudiziario. "Ci sono magistrati accecati dall'odio nei miei confronti, a loro voglio mandare un messaggio - ha avvertito il Cavaliere - potete farmi di tutto ma non potrete mai impedirmi di essere il leader del Pdl fino a quando milioni milioni di italiani lo vorranno".

Non lo hanno fermati i continui attacchi giudiziari orditi dalla procura di Milano che sta tentando con ogni mezzo di decapitare il centrodestra a suon di sentenze. Non lo hanno fermato nemmeno gli strali e le minacce del Pd riunito per eleggere Guglielmo Epifani alla guida del partito. E non lo hanno fermato nemmeno i centri sociali e i grillini che, in piazza a Brescia, hanno minacciato e aggredito alcuni esponenti del Pdl e numerosi sostenitori del Cavaliere. "Il Pdl non si fa spaventare e non si fa intimorire - ha replicato Berlusconi - questo siamo noi e più noi diciamo 'amore' e più forte è il loro e quanto più vogliono buttarci addosso intolleranza e odio tanto più cresce il nostro amore e la nostra passione per la libertà". Ed è proprio questa passiuone che il Pdl porterà all'interno dell'esecutivo Letta. Perché, ha spiegato lo stesso Cavaliere, è solo restando al governo con il Partito democratico che il centrodestra potrà mettere in campo il piano economico steso in campagna elettorale. Già un primo punto, infatti, è stato messo a segno: l'abolizione della tassa sulla prima casa. "Abbiamo onorato gli impegni da giugno non si pagherà più l’Imu - ha ricordato Berlusconi con estrema soddisfazione - dobbiamo essere soddisfatti da ora in avanti la tredicesima non sarà presa come accaduto a dicembre per l’Imu e mai più la casa dovrà essere aggredita come si è fatto con quella tassa". Ma non intende fermarsi qui. Le prossime misure che il Pdl intende portare in Consiglio dei ministri sono l'eliminazione dell'aumento dell'Iva dal 21 al 22%, la riforma di Equitalia ("Bisogna tagliare le unghie al mostro che imperversa su famiglie e imprese") e la detassazione delle nuove assunzioni. "Noi crediamo in questo governo - ha continuato il Cavaliere - lo sosterremo lealmente perché si è impegnato a realizzare quei provvedimenti per noi indispensabili per rilanciare economia".

Oltre alle misure economiche, Berlusconi ha posto tra le priorità dell'attuale governo la riforma del sistema giudiziario. Una riforma che si fa sempre più necessaria dopo i ripetuti attacchi di una magistratura politicizzata che da oltre vent'anni porta avanti nei tribunali una vera e propria battaglia contro il Cavaliere: "Vogliono eliminarmi perché da 20 anni sono l’unico ostacolo tra la sinistra e il potere". Eppure chi si aspettava un "fallo di reazione" dal Pdl dopo la condanna della Corte d'Appello di Milano, deve rimanere a bocca asciutta. "Noi continueremo a sostenere questa maggioranza", ha chiarito più volte Berlusconi che, però, mette in chiaro quali saranno i punti fondamentali per riformare la giustizia. In primis, va da sé, la responsabilità civile dei magistrati con l'auspicio di arrivare a una parità tra l'accusa e la difesa la regolamentazione delle intercettazioni.

Terzo punto: il ripristino del segreto istruttorio affinché dalle indagini non escano in continuazione contenuti secretati. E, infine, la riforma della carcerazione preventiva. Una vera e propria road map per dare alla giustizia italiana un volto più umano e liberale.

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