Il centrodestra all'attacco: "Gualtieri porta il gender nelle scuole"

Fa discutere il bando da 420mila euro dedicato all'affettività e alle relazioni sociali nelle scuole presentato ieri dal sindaco di Roma Roberto Gualtieri

Il centrodestra all'attacco: "Gualtieri porta il gender nelle scuole"
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“Evitare i rischi di fenomeni di violenza di genere". Questo, per il sindaco di Roma Roberto Gualtieri, è lo scopo principale del bando da 420 mila euro presentato ieri dedicato all'affettività e alle relazioni sociali nelle scuole.

Il bando che verrà pubblicato entro la fine del mese, come ha spiegato il sindaco Gualtieri, servirà a finanziare 15 progetti, uno per ogni Municipio di Roma, realizzati attraverso il metodo della co-progettazione tra scuole, attività formative di educazione affettiva e alle relazioni nelle scuole medie. “Stiamo parlando di temi su cui c'è tanto bisogno di educazione nelle scuole”, ha detto il primo cittadino della Capitale. L'iniziativa, secondo le intenzioni dell’amministrazione capitolina di centrosinistra, è volta a promuovere la parità tra i sessi e a contrastare la violenza di genere con attività che si svolgeranno sia durante l'anno scolastico in corso sia il successivo. Gli enti del terzo settore interessati al bando dovranno presentare fino a un massimo di tre proposte, ognuna collegata a una scuola media di Municipi diversi tra loro. Le proposte verranno poi valutate nei tavoli di co-progettazione guidati dall'amministrazione.

Il bando ha subito visto la dura opposizione del centrodestra. "A Roma ci sono scuole che cadono a pezzi senza che Gualtieri intervenga, eppure la sua amministrazione intende spendere 420mila euro per portare l'ideologia gender nelle scuole attraverso associazioni Lgbt”, ha attaccato il deputato della Lega Rossano Sasso, capogruppo in commissione Cultura evidenziando come “ancora una volta la sinistra utilizza il cavallo di Troia della lotta alle discriminazioni per insinuare la propria ideologia tra bambini e ragazzi”. Sasso chiede al sindaco Gualtieri di fermarsi e dice: “all'educazione dei bambini ci pensano i genitori e non qualche suo consulente arcobaleno”. Queste attività, infatti, partirebbero senza essere state inserite nel piano dell'offerta formativa e senza il consenso delle famiglie.“L'educazione sessuale se la faccia a casa sua o nelle sedi delle sue associazioni amiche, vediamo quanti romani sono disposti a portarci i propri figli”, conclude Sasso rivolgendosi a Gualtieri e sottolineando l’esigenza di tenere “fuori dalle scuole l'ideologia gender”.

Netta e dura anche l’opposizione di Fratelli d’Italia che ha diffuso una nota firmata da tutto il gruppo capitolino, dal deputato e coordinatore romano del partito Marco Perissa e dal vicepresidente della federazione romana Daniele Rinaldi. Il bando, sostengono i meloniani, “scuole potrebbe essere favorevolmente accolto anche dal gruppo di Fratelli d'Italia se questi avessero veramente come obiettivo l'educazione al rispetto e all'accoglienza delle differenze nella sua totalità". In realtà, però, l’assessore alla scuola del Comune di Roma Claudia Pratelli“ha già dato prova di voler veicolare messaggi diversi – si legge nella nota -, miranti per lo più all'annullamento delle differenze di genere e questo ci rende dubbiosi e sospettosi sulle reali finalità del progetto”. I meloniani puntano il dito contro l’amministrazione capitolina soprattutto per il coinvolgimento di Marilena Grassadonia, coordinatrice dell'ufficio per i diritti Lgbt+: “Parliamo di bambini o adolescenti in età fragile, le cui consapevolezze si stanno formando e argomenti come questi dovrebbero vedere un coinvolgimento delle famiglie diretto e attraverso il consenso informato, poiché è giusto che siano i genitori a scegliere se far frequentare o meno questi corsi ai loro figli”. I meloniani chiedono che sia introdotto il consenso dei genitori e evidenziano l’importanza “questi corsi abbiano come unico obiettivo quello di educare a valori assoluti come l'accoglienza, la convivenza e il rispetto per tutti a prescindere, ciò senza cadere in pericolose derive tanto care alla sinistra sulle cosiddette teorie gender e sull'annullamento dell'identità di genere”.

Sul piede di guerra anche Jacopo Coghe, portavoce di Pro Vita & Famiglia onlus, che ha espresso il suo apprezzamento per la reazione immediata degli esponenti locali e nazionali di Fratelli d’Italia e della Lega e ha assicurato “le famiglie romane non resteranno a guardare mentre il Sindaco Gualtieri finanzia corsi gender e LGBTQ a tappeto nelle scuole dei loro figli”. Anche Coghe contesta la partecipazione di Grassadonia al progetto in quanto ex presidente di “Famiglie Arcobaleno”.

Partecipazione che“connota ideologicamente l’iniziativa e conferma l’ingresso nelle scuole di teorie antiscientifiche sul ‘cambio di sesso’ e sulla ‘fluidità di genere”. Coghe, quindi, l’intervento del ministro Valditara affinché garantista che non verranno trasmessi “contenuti ideologici e politici”.

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