Il cercatore di memorie che non piace all’Esercito

Paolo Garlant ritrova le piastrine dei soldati italiani caduti e le restituisce ai familiari, pieni di gratitudine. Ma per i vertici militari è un’attività illegale

Il cercatore di memorie  che non piace all’Esercito

«Con riconoscenza e gratitudine a Paolo Garlant, per avermi fatto rivivere una parte di storia sconosciuta della mia famiglia attraverso il ritrovamento della piastrina appartenuta a mio padre».

Questo è il testo di una targa che il novantenne Dino Toncelli, di Carate Brianza, ha voluto consegnare a un trentaduenne udinese, Paolo Garlant, appunto, che ha la passione di setacciare le montagne alla ricerca di cimeli bellici allo scopo di restituire alle famiglie interessate un ritaglio di storia e un carico di emozioni.

Grazie a questo giovane artigiano di Nimis, Toncelli ha potuto avere la piastrina di riconoscimento che il padre indossava sul fronte carsico. E ha fatto una grande festa in suo onore.

Invece di dargli un'altra medaglia, l'Esercito italiano gli ha intimato di smettere questa attività illegale. Lo ha riferito Il Gazzettino, il quotidiano che in passato si era già occupato delle imprese di questo recuperante. E proprio sulla base di queste imprese, il Commissariato generale delle onoranze ai caduti in guerra, del ministero della Difesa, ha mandato una letterina di diffida a questo fuorilegge della memoria.

«Trattandosi di oggetti militari - ha raccontato Garlant, artigiano, al quotidiano del Nord Est - dovrei consegnarli ai reparti di appartenenza del caduto o ai carabinieri, i quali poi dovrebbero pensare a restituirli ai congiunti».

È il solito ufficio complicazione affari semplici in cui si sta perdendo l'Italia. Garlant non va certo in giro per trincee e dirupi per chissà quale fine criminale. La sua ricompensa è proprio quella di vedere la gioia delle famiglie a cui appartengono quei reperti. Si mette a fare ricerche negli uffici anagrafe di mezza Italia per risalire ai parenti interessati. Poi li contatta e si trova sommerso da ringraziamenti e, come nel caso di Toncelli, di riconoscimenti.

«Grazie alle moderne apparecchiature possiamo trovare anche reperti piccolissimi - ha spiegato Garlant in occasione delle festa organizzata da Toncelli -. Questi oggetti sono beni storici che ci permettono di ricordare i nostri soldati». Tra gli altri casi di persone riconoscenti, va ricordato il caso di Fiamma Lombardi, 66 anni, di Siena, che ha riavuto la piastrina del padre Remo rinvenuta in un campo di prigionia in Polonia. A Raffaele Ceiner a fatto riavere la medaglia dello zio ritrovata in un ospedale da campo. Insomma, per tutte queste famiglie Paolo Garlant è una specie di angelo custode della memoria.

«Quando il nonno è morto mio padre era un bambino e adesso che ha 90 anni ha ricordi molto vaghi della sua figura - ha raccontato Monica Toncelli, figlia di Dino -. Quando ha saputo che ne era stata ritrovata la piastrina si è commosso tanto».

E si è commosso tanto anche Garlant. «Alla cena il signor Dino non c'era - ricorda - perché si era alzato presto alla mattina e per l'emozione si è sentito male. Ma ha voluto lo stesso scrivere su un pezzo di carta le parole da incidere sulla targa. Mi ha abbracciato forte e, mi creda, quell'abbraccio basta e avanza per capire che quelli dell'Esercito sbagliano».

Finora il recuperante ha spedito quattro piastrine ad altrettante famiglie e altre due sono in lavorazione.

«Io prima individuo le famiglie - spiega - e poi contatto i Comuni di residenza. Sono loro che poi mandano una lettera invitandoli a presentarsi per "notizie che le riguardano». Dopodiché mi contattano e tutti, finora, si sono precipitati a ringraziarmi e a ritirare la piastrina».

La diffida dell'Esercito l'ha infastidito parecchio, si capisce da come ne parla. «La molla che ha fatto scattare questa passione - confida - scattò quand'ero bambino. Mi feci dare da un vecchio elmetto americano che un contadino usava come orinatoio. “Quegli oggetti meritano rispetto“, gli dissi portandomi via il reperto.

Da allora mi sono messo alla ricerca di cimeli bellici della Prima e della Seconda Guerra mondiale. Proprio non capisco come qualcuno possa pensare di mettermi i bastoni tra le ruote». Pur rispettando i militari, pur onorandone la memoria, stavolta il recuperante Paolo Garlant disobbedirà a un ordine.

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