"La Cgil mette 35 lavoratori in cassa integrazione". La storia che imbarazza Landini

Un'impresa presieduta da Sgalla, fino allo scorso anno segretario del sindacato in Umbria, richiede la Cigo. FdI: "Landini di giorno paladino degli operai, di notte 'padrone' spietato"

"La Cgil mette 35 lavoratori in cassa integrazione". La storia che imbarazza Landini
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Avete presente Maurizio Landini che si sbraccia a favore di telecamere e con veemenza attacca il governo, accusandolo di non tutelare i lavoratori? Ecco, è lo stesso che ora rinuncia a quella foga pubblica di fronte alla vicenda sollevata da Open. Così l'ira furibonda diventa improvvisamente silenzio imbarazzante. Il giornale online fondato da Enrico Mentana ha ricostruito i particolari della società che ha deciso di tagliare i costi del personale. E no, alla guida dell'azienda non c'è un cattivo imprenditore di destra che evade le tasse e a cui piace arricchirsi sulle spalle dei dipendenti. La storia chiama in causa la Cgil. Strani e beffardi giochi del destino.

I dipendenti finiscono in cassa integrazione

Per farsi un'idea basta leggere il verbale di accordo - risalente al 25 settembre - tra l'impresa Servizi e tutela srl (il cui presidente è Vincenzo Sgalla, che fino allo scorso anno era segretario della Confederazione generale italiana del lavoro in Umbria), Filcams Cgil e RSA. È stata fornita un'informativa sulla situazione aziendale e, nello specifico, è stata evidenziata una "improvvisa e transitoria sfavorevole situazione di mercato". Cosa è accaduto? Il numero delle pratiche svolte, in maniera inaspettata, non ha seguito il consueto trend e - in proiezione - in questi ultimi tre mesi del 2024 le pratiche che si andranno a elaborare "non consentiranno di coprire le ore di lavoro di tutto il personale".

Così la società ha richiesto l'intervento della Cigo, ovvero la cassa integrazione guadagni ordinaria. Il risultato? Un numero massimo (in via cautelativa) di 35 unità lavorative impiegatizie sarà sospeso dal lavoro e/o lavorerà in orario ridotto. Il tutto a partire dal 7 ottobre e per il "presumibile" periodo delle successive 12 settimane. L'azienda, compatibilmente con le esigenze tecnico-organizzative e in presenza di mansioni fungibili, si impegna a verificare la possibilità di realizzare le sospensioni dal lavoro con modalità di rotazione. Oltre che erogare - mensilmente a tutti lavoratori interessati e per tutto il periodo della Cigo richiesto - un'integrazione a proprio carico "fino al raggiungimento del 100% della retribuzione tabellare spettante".

Adesso per risollevarsi si incrociano le dita nella speranza che puntare sugli ambiti di eredità, badanti e partite Iva possa bastare. Le prospettive di ripresa (che mirano a superare l'attuale situazione nel breve-medio periodo) si basano su una "sensibile intensificazione" dell'azione di natura commerciale, finalizzate al potenziamento e all'incremento dei servizi prestati in particolar modo nei settori delle successioni e della gestione del personale domestico (badanti) e delle partite Iva forfettarie.

Fratelli d'Italia attacca Landini

Puntuale l'attacco arrivato da Fratelli d'Italia, che innanzitutto ha espresso vicinanza ai dipendenti della società di Perugia messi in cassa integrazione. È Tommaso Foti, capogruppo di FdI alla Camera, a criticare frontalmente il segretario della Cgil: "In una sorta di dottor Jekyll e Mr. Landini, di giorno paladino degli operai e di notte 'padrone' spietato, siamo di fronte al capovolgimento dei ruoli in base alla convenienza".

Una situazione paradossale, visto che il sindacalista non perde occasione di scaraventarsi contro le politiche economiche promosse dal governo guidato da Giorgia Meloni.

Ecco perché l'esponente di Fratelli d'Italia a Montecitorio ha rincarato la dose, invitando Landini a evitare la doppia morale: "Chi è causa del suo mal pianga se stesso, e attenzione a razzolare meglio dopo aver predicato malissimo".

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