Al siparietto ormai consueto con la scrutatrice progressista, Silvio Berlusconi era probabilmente preparato. Meno prevedibile era che la presentazione del Cavaliere al seggio elettorale dove ieri mattina era atteso a votare venisse movimentata dall'irruzione delle ragazze in topless di Femen, l'organizzazione di giovani donne ucraine note in tutto il mondo per le loro imprese a seno nudo. Come una lunga serie di esponenti politici e religiosi, ieri tocca a Berlusconi venire preso di mira da Femen. Non c'è contatto ravvicinato, la polizia fa da scudo, il Cavaliere fatica persino a capire bene quale parapiglia gli sia scoppiato intorno. Ma nel giro di qualche millisecondo i filmati delle tre fanciulle, con le scritte «Basta Berlusconi» dipinte sulla pelle, fanno il giro del mondo.
Manca una decina di minuti alle 13 quando l'ex presidente del Consiglio si presenta al seggio di via Luigi Scrosati, al Lorenteggio (Berlusconi ha ancora la residenza in zona, dove abitava sua madre) dove è atteso da una marea di giornalisti e fotoreporter. Ma mischiate tra la folla ci sono loro tre: Inna Shevchenko, Oksana Shachko, Elvire Dupont, due ucraine e una francese, militanti di Femen. La prima, in particolare, è una veterana delle performance del gruppo ucraino, una bestia nera delle polizie dell'Est. Ma, per quanto esperte, le tre ragazze toppano qualcosa: quando si spogliano di colpo sono ancora troppo lontane dal loro bersaglio, il servizio di sicurezza le intercetta, loro urlano e si divincolano con energia. I poliziotti non sanno bene dove mettere le mani, alla fine vengono trascinate fuori sotto la neve, una finisce con la faccia nella terra ghiacciata. E anche quando le caricano sulle Volanti le tre si guardano bene dal calmarsi. Più tardi in questura vengono identificate. Denunciate a piede libero per resistenza a pubblico ufficiale e atti osceni, vengono rilasciate in serata. Ma ancora prima che le tre manifestanti arrivino in questura, sul sito di Femen c'è la rivendicazione della loro impresa, con spiegazione annessa: «Non votare contro i mafiosi! Berlusconi è la vergogna dell'Italia! Il posto dei pedofili è la galera!», si legge in russo sul sito.
Il bersaglio della contestazione, quando gli chiedono un commento, reagisce in modo pacato: «Sono esagerazioni - dice Berlusconi - chi ragiona con l'intelligenza e con il cervello non può che votare in una direzione e si comporta conseguentemente. Poi ci sono tutte le situazioni fuori dalla ragione che esistono e non possiamo farci niente». Le contestatrici, il Cavaliere non le ha neanche viste in faccia. Come non ha visto in faccia, ma per altri motivi, la scrutatrice che al suo ingresso nel seggio elettorale stava seduta al primo banco, e che si è girata in modo quasi ostentato dall'altra parte.
Il Cavaliere, che già alle scorse occasioni si era imbattuto nel broncio di una addetta ai seggi, non gliel'ha lasciata passare liscia: «Lei deve imparare a sorridere». La ragazza a quel punto si è voltata: ma di sorrisi, nemmeno l'ombra.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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