Dopo gli insulti personali a Matteo Salvini, Carlo Calenda ha pensato bene di insultare direttamente anche i suoi elettori. Lo ha fatto a Foggia, in occasione della presentazione della lista elettorale "Azione Tempi Nuovi" che sosterrà la candidata sindaco del comune pugliese, Maria Aida Episcopo. Quest'ultima verrà appoggiata alle prossime elezioni amministrative nella primavera del 2024 dall'intero "campo largo" del centrosinistra.
"State così messi male da farmi alloggiare con i 5 Stelle - è il suo esordio davanti ai suoi consiglieri regionali e a Beppe Fioroni -. Ma questa è una condizione straordinaria che non si ripeterà, serve solo qui. Sono ragioni straordinarie non solo per la legalità ma per motivi di abbandono". In realtà non è vero che l'alleanza con i grillini verrà sottoscritta solo a Foggia, visto che proprio nei giorni scorsi è stata ufficializzata l'ammucchiata rossa anche per le Regionali in Abruzzo attorno alla figura di Vincenzo D'Amico.
Poi, si passa direttamente all'attacco del leader della Lega e dei suoi sostenitori nel Meridione d'Italia. "Voi qua avete dato le chiavi della città a Matteo Salvini. Ora - prosegue - io voglio capire: ma in quale multiverso mondo parallelo nel Sud Italia si danno le cacchio di chiavi di una città a Matteo Salvini?". Una domanda pleonastica alla quale segue l'intemerata contro la maggioranza dei cittadini foggiani (e non solo). "Allora, io direi che il primo gesto è quello di chiedere indietro le chiavi della città a Matteo Salvini. Perché, guardate - è la sua riflessione - io ci arrivo pure a capire uno che vota la Meloni: è tosta, è simpatica, è romana. Poi non sta facendo niente, ma chi se ne frega perché tanto la politica è come il Grande Fratello". Per poi concludere: "Ma uno che vota Salvini... non gliela posso fa'. Uno che vota Matteo Salvini nel Sud è matto. E lo abbiamo votato".
La replica della Lega arriva a stretto giro: "Carlo Calenda perde un'altra occasione per riflettere prima di parlare, insultando gli elettori al Sud. La colpa dei cittadini? Aver votato la Lega. Per lui chi ha votato Salvini è matto. Il leader di Azione, in crisi di consensi e con qualche grana di troppo dopo il divorzio con Renzi, se la prende con gli elettori meridionali, in barba alla democrazia. Insomma, un pessimo spot elettorale". Così in una nota la senatrice calabrese della Lega Tilde Minasi, replicando alle parole di Calenda a Foggia.
Del resto non è la prima volta che Calenda offende gli elettori di uno schieramento politico avverso. Dopo il flop dello scorso febbraio alle Regionali in Lombardia e in Lazio, il leader di Azione giustificò il risultato del voto dando la colpa ai cittadini: "In una democrazia gli elettori non possono avere sempre ragione e contemporaneamente sempre lamentarsi della politica che pure hanno votato". Il deludente risultato emerso dalle urne dipendeva dal fatto che nel nostro Paese "da molto tempo il voto degli elettori prescinde da ogni criterio razionale relativo alla capacità effettiva di governo delle istituzioni dei candidati in campo - diceva in un'intervista al Corriere della Sera -. Si vota la Giorgia nazionale del 'sono una madre, sono cristiana'".
In sostanza sta prevalendo "il voto per moda". Per una parte della popolazione il voto "è diventato l'equivalente del televoto di Sanremo". E si spera proprio che, almeno sul palco del Festival, non dovremmo sorbirci Calenda.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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