Cinque Stelle, contro i ribelli già minacciano le espulsioni

Malumori per la campagna elettorale, il cerchio magico di Beppe e l'alleanza con Farage. Lombardi: "Occhio a chi critica"

Cinque Stelle, contro i ribelli già minacciano le espulsioni

In casa Cinque Stelle è un vero pandemonio. Il flop alle europee, la campagna elettorale troppo ruvida, il cerchio magico e pure l'alleanza con Nigel Farage. Qualsiasi passo calchi Beppe Grillo diventa un'occasione di divisione. E già si torna a parlare di epurazioni. "O Currò, Rizzetto e gli altri dissidenti si adeguano alle posizioni della maggioranza oppure, se non sono d’accordo, per dignità dovrebbero andarsene - avverte Roberta Lombardi in una intervista ad Avvenire - non possiamo più permetterci di avere nemici in casa. Se il massacro interno continuerà, non va esclusa l'ipotesi di nuove espulsioni".

Alla fine il redde rationem è arrivato, come previsto. Dopo l'ultimatum del sindaco di Parma Federico Pizzarotti, anche Tommaso Currò ha chiesto pubblicamente che Grillo faccia un passo indietro. Il deludente risultato elettorale ha riaperto le crepe dentro il gruppo degli eletti in parlamento dove serpeggia malcontento contro i "soliti noti" che vanno sempre in tivù. In particolar modo, è stato messo sotto accusa Luigi Di Maio, reo di aver tenuto una riunione ristretta nel suo studio da vicepresidente della Camera proprio sui ballottaggi di cui poi si sarebbe discusso in assemblea. Nel mirino sono finiti anche Alessandro Di Battista, Roberto Fico e Roberta Lombardi, solo per dirne alcuni e per quanto riguarda la Camera. "Il cerchio magico? Non esiste - attacca la Lombardi - sui palchi o in tv ci vanno Di Battista, Morra, Di Maio o la sottoscritta semplicemente perché siamo più bravi. Magari Currò e Rizzetto avranno altri talenti, ma io non li conosco". Di Maio, invece, prova a mediare assicurando che ci sarà posto per tutti, che le presenze nelle piazze saranno stabilite in modo da lasciare spazio anche a chi è risultato meno visibile.

Sulla presenza di Grillo nella campagna elettorale per i ballottaggi, sembra che l’orientamento sia quello di privilegiare i parlamentari e non il leader. "Grillo adesso si occupa di Bruxelles e del parlamento europeo...", spiegano dal quartier generale del M5S. Ma proprio l'alleanza con Farage sta creando pesanti mal di pancia. "Perché l'Ukip? Qual è la strategia che sta dietro a questa scelta?", chiede inviperita Giulia Sarti che, in una intervista alla Stampa, dice di "schifare" gli euroscettici inglesi. "Per me sarebbe un neo e lo sarebbe per molti altri - conclude - ma sono certa che in quel caso si aprirebbe una discussione". Non è certo l'unica a pensarlo. Com e non è l'unica a dubitare sulle ultime mosse di Grillo. Al comico genovese sono in molti a rinfacciargli una campagna elettorale dai toni eccessivi.

Nelleassemblea dei deputati grillini la consulente Silvia Virgulti, assunta da gruppi parlamentari come "tv coach" dei parlamentari stellati, ha spiegato le ragioni che avrebbero allontanato e impaurito l’elettore.

Oltre al cappellino indossato da Gianroberto Casaleggio nell'intervista con l'Annunziata e definito "inquietante", la minaccia di vivisezionare il cagnolino Dudù e i "processi del popolo" on line contro politici, imprenditori e giornalisti avrebbero penalizzato il M5S nelle urna. Un’analisi che di fatto assegna una responsabilità a Grillo e non ai parlamentari Cinque Stelle impegnati in campagna elettorale.

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