Il 5 ottobre si avvicina e con esso la manifestazione di Roma indetta dai Giovani Palestinesi per onorare l'assalto del 7 ottobre 2023 in Israele, da loro considerato "giorno della rivoluzione" perché il "valore dell’operazione della resistenza palestinese e della battaglia del 'Diluvio di Al Aqsa' è chiaro a tutto il mondo". Un vero e proprio pogrom che ha portato all'uccisione di oltre 1000 israeliani civili e al rapimento di un numero imprecisato di persone, che in parte sono ancora tra le mani di Hamas, da loro intesa come organizzazione della resistenza. La manifestazione del 5 ottobre è stata vietata per problemi di ordine pubblico e il Tar non ha sospeso il provvedimento, pertanto chiunque vi prenderà parte sarà in violazione della legge.
Ma chi ci sarà in piazza a Roma sabato? I Giovani Palestinesi hanno stilato un primo elenco di organizzazioni aderenti e ciò che salta all'occhio è la percentuale ridotta di, come le chiamano loro, "Comunità e Associazioni Palestinesi e Arabe". E tutti gli altri chi sono? Si tratta della galassia militante dell'estrema sinistra extra-parlamentare, sindacati e centri sociali, che sembrano essere in piazza più per sfidare il governo Meloni che per rivendicare la causa palestinese.
Nel comparto delle "organizzazioni nazionali" troviamo, tra gli altri, il Fronte Comunista, il Fronte della Gioventà Comunista, il Movimento No Tav, Osa, Cambiare Rotta, il Partito dei Carc, il Partito Comunista dei Lavoratori, il Partito Marxista-Leninista Italiano. E ancora, la Rete dei Comunisti, la Sinistra Anticapitalista, Ultima Generazione, l'Unione Sindacale di Base. Un totale di 23 sigle. Nello spazio che i Giovani Palestinesi dedicano alle "realtà politiche e sociali" si sono iscritte quasi 70 sigle tra le quali il Csa Vittoria di Milano, Collettivo Hurriya di Pisa, Collettivo Zam di Milano, Frazione Internazionale Rivoluzionario, Iskra di Napoli, Non una di meno, Tendenza Internazionalista Rivoluzionaria. E ancora Movimento per la Lega Marxista-Rivoluzionaria, Proletari Comunisti, Panetteria Occupata, Ex Opg Napoli e tanti altri. Le sigle per la Palestina sono: Associazione Amicizia Palestina, per le sezioni della Sardegna e di Bergamo, Associazione Amici del Libano. E poi Centro Culturale Handala Ali, la Comunità Palestinese di Bergamo, Palermo e della Sardegna e l'Unione Comunità e Organizzazioni Palestinesi - Europa. Stop.
La Comunità Palestinese di Roma e del Lazio ha espressamente dichiarato, tramite il presidente Yousef Salman, che loro non ci saranno "perché non è autorizzata". Lo stesso farà anche l'Associazione Palestinesi d'Italia, che non risulta nell'elenco delle adesioni e dai suoi canali non ha mai promosso l'iniziativa. Vista la tipologia di organizzazioni che si presenteranno a Roma sabato, il dubbio che si tratti di una manifestazione politica che usa, sfrutta e strumentalizza la causa palestinese è molto forte. Manca l'autorizzazione, eppure loro ci saranno perché, spiegano, non si sottomettono al "diktat politico" che vuole "censurare" le voci di chi è a favore della Palestina.
E già si mettono le mani avanti, come ha fatto Gabriele Rubini, ex Chef Rubio, secondo il quale ci saranno "infiltrati che faranno casini solo per poter criminalizzare il pacifico dissenso". Un copione già noto, che però non regge. Ora resta da capire come intenderanno agire le autorità davanti alla sfida lanciata dalle sigle dell'estrema sinistra in caso di disordini durante il corteo.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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