È sempre colpa di qualcun altro. Per certi politici l'autocritica è una pratica del tutto sconosciuta, ardimentosa da compiersi anche a fronte di evidenze che invece la giustificherebbero. Prendete ad esempio la debolezza politica dei Verdi, che in Italia contano assai meno rispetto a quanto accade in altri Paesi. Secondo il loro co-portavoce Angelo Bonelli, il motivo di tale irrilevanza non sarebbe affatto nelle carenze di una proposta politica settaria, oltranzista, regressiva e dunque lontana dal sentire degli elettori. Macché. Se l'ambientalismo militante di Europa Verde non convince gli italiani, secondo il leader di partito, sarebbe piuttosto colpa della nostra cultura intrisa di cattolicesimo. Certo, imputare le responsabilità dei propri insuccessi politici a una tradizione di bimillenaria civiltà ci sembra un tantino pretenzioso, per non dire illogico. Ma tant'è.
"Colpa del cattolicesimo", l'assurda tesi di Bonelli
In un'intervista rilasciata al quotidiano tedesco Sueddeutsche Zeitung, Bonelli doveva in qualche modo giustificare il fatto che i Verdi italiani abbiano meno consenso dei loro omologhi teutonici. Così ha sparato a zero sul nostro Paese. "I Verdi non sono forti in Italia per una questione culturale", ha premesso l'esponente di centrosinistra. E ancora: "In Italia viviamo in una cultura del perdono, forse ha qualcosa a che fare con il cattolicesimo. Diamo sempre per scontato che tutto sarà perdonato". Sarà. Per ora, l'unica cosa che gli italiani non sembrano voler perdonare ai Verdi è di esprimere un progetto politico poco lungimirante, che ha trasformato la questione ambientale in un'ideologia e in un argomento di contesa politica. Al riguardo, Bonelli avrebbe potuto raccontare ai tedeschi di quando - esibendo dei sassi alla Camera - aveva accusato Giorgia Meloni di aver contribuito al prosciugamento dei fiumi, ricevendo una fulminante risposta.
La Chiesa e la sensibilità ai temi ambientali
Tra tutte le argomentazioni possibili, quella scelta dal leader di Europa Verde ci sembra forse la meno efficace. Anche perché - a differenza di quanto affermato dal parlamentare - il cattolicesimo ha sempre promosso un approccio responsabile all'ambiente. Anzi al Creato, concetto ancor più significativo perché attribuisce un valore divino alla nostra "casa comune". Proprio così, del resto, Papa Francesco ha definito il Pianeta nella sua enciclica Laudato si', dedicata proprio alle interconnessioni tra problematiche ambientali e crisi sociale. In essa, il Pontefice ha richiamato a una "conversione ecologica globale", a "un'autentica ecologia umana" a una "ecologia integrale, vissuta con gioia e autenticità" nel rispetto del clima e dell'ambiente.
Ma anche Papa Benedetto XVI aveva esortato i cattolici a considerare l'importanza dell'argomento. "Lo sviluppo umano integrale è strettamente collegato ai doveri del rapporto dell’uomo con l’ambiente naturale, il cui uso comporta una comune responsabilità verso l'umanità intera e specialmente i poveri e le generazioni future", aveva scritto, spiegando che "la crisi ecologica non può essere valutata separatamente dalle questioni a essa collegate, essendo fortemente connessa al concetto stesso di sviluppo e alla visione dell'uomo". E pure Giovanni Paolo II affrontò l'argomento nel suo lungo pontificato. Secondo Bonelli, però, questa strana cultura cattolica così diffusa in Italia sarebbe un ostacolo alle istanze green: una tesi che fa acqua da tutte le parti.
L'approccio escludente dei Verdi
In Italia, piuttosto, i Verdi non sono forti
proprio per questo loro approccio escludente, che considera la tutela dell'ambiente come appannaggio di una sola parte politica e rifiuta il dialogo con chiunque abbia un approccio differente o più articolato alla materia.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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