L'Anm non accetta nessun tipo di critica. E vuol dettare anche l'agenda politica. Ancora una volta, il presidente dell'Associazione Nazionale dei magistrati, Rodolfo Sabelli, fa sentire la sua voce. "La rappresentazione della giustizia come piegata a scopi politici, l'attacco scomposto alle sentenze sono un oltraggio per le toghe ma anche un grave pericolo per il sistema democratico". Il convitato di pietra del discorso è Silvio Berlusconi. E diventa più chiaro quando l'Anm parla di "provocazioni e attacchi verbali, legati a singole vicende giudiziarie, accompagnati da campagne giornalistiche offensive e intimidatorie, in un cliché che evoca un pericoloso clima di scontro che la magistratura rifiuta".
Inoltre, Sabelli tuona contro quelle iniziative di riforma legislativa "punitive" per i magistrati, contro le "leggi ad personam" e contro le riforme "dannose", come quella sulla prescrizione. Insomma, non parliamo di riforma della giustizia, se non "nel segno del rispetto per l'indipendenza e l'autonomia della giurisdizione, della salvaguardia del bene comune e del rifiuto di particolarismi, pregiudizi e faziosità". Polemiche anche contro il tema della responsabilità delle toghe che "viene spesso agitato non per assicurare un equo risarcimento del danno conseguente agli errori giudiziari, ma con lo scopo di controllare o di condizionare l'esercizio della giurisdizione".
Sabelli arriva a parlare anche dell'immigrazione: "C'è un approccio inutilmente repressivo che continua a ispirare la legislazione penale in materia di immigrazione, non serve una demagogica retorica della sicurezza ma piuttosto una gestione del fenomeno che punti su efficaci strumenti amministrativi piuttosto che su quelli penali. Non serve indugiare in vane polemiche sul reato di ingresso illegale nel territorio dello Stato, reato palesemente inutile e dannoso e la cui abrogazione non sarebbe certo una concessione all'ingresso incontrollato nei nostri confini". L'Anm tratta anche il tema delle intercettazioni: "Occorre intervenire con riforme che da un lato non pregiudichino uno strumento di indagine e di prova irrinunciabile con l'imposizione di condizioni, limiti e formalismi inutili e dannosi, dall'altro garantiscano il diritto alla riservatezza, impedendo la divulgazione di conversazioni e dati processualmente irrilevanti, in un ragionevole equilibrio fra tutela della privacy, diritto all'informazione ed esigenze di indagine e di prova", ha detto il presidente dell'Associazione nazionale magistrati.
Che poi ha parlato anche di amnistia e indulto che "rischiano di essere soluzioni effimere e provvisorie se non accompagnate da ampi rimedi strutturali". Sabelli ha spiegato che occorre intervenire con "opportuni correttivi" anche sulla legge Severino, "alla luce dei profili critici evidenziati dalle sue prime applicazioni e nella persistenza di gravi e diffusi fenomeni di corruzione". A Sabelli ha risposto il ministro della Giustizia, Anna Maria Cancellieri: "Considererei un errore arroccarsi su posizioni preconcette sulla riforma della giustizia, rispetto alla quale non possiamo più permetterci tentennamenti sulle risposte che lo Stato deve dare ai cittadini. La riforma della giusitizia è senz’altro una delle più importanti e sono convinta che su questo terreno i cittadini aspettino risposte non più procrastinabili".
Al congresso è intervenuto anche il primo presidente della Cassazione, Giorgio Santacroce, che si è scagliato contro gli "eccessi mediatici" di alcuni magistrati e che ha detto: "La giustizia non è uno show né un carro di Carnevale: sono indispensabili silenzio e meditazione, basta con la "spirale sterile" del "match frontale tra politica e giustizia a cui sembra mancare sempre l’ultima ripresa".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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