Le foto le ha pubblicate sulla sua pagina facebook intorno alle 19. Immagini fortissime, che stridono con le precedenti, quelle di una ragazza giovane, bella, sorridente assieme alla figlia o a cena in compagnia di amici. Invece quelle di ieri, che in poco tempo si sono diffuse su twitter e da lì sono rimbalzate su alcuni siti internet, raccontano la storia di una violenza. Quella stessa ragazza, ora (ma le foto risalgono a venti giorni fa, come spiega lei stessa) ha il naso sanguinante, e nel bidet della casa che condivide con il compagno c'è un grumo di sangue. Un feto. «Le botte - dice - me le ha date al punto da farmi abortire il figlio che portavo in grembo», c'è scritto nel lungo commento.
È la storia di tante donne, solo che questa volta porta la firma e il volto di Anna Laura Millacci, conosciuta visual artist, nota anche perché è la compagna, da 13 anni, del cantante Massimo Di Cataldo. Ed è lei, la vittima che ha scelto il più popolare dei social network per la sua denuncia (che non risulta alla Questura di Roma, mentre sono in corso verifiche su foto e autenticità del profilo facebook) a fornire il suo racconto dei fatti. Svoltisi non ieri, ma nel corso di 13 anni di vita comune con lui, con quel cantante «dalla faccina angelica» che faceva impazzire le ragazzine, e con la loro figlia Rosalù, che, scrive, «è un miracolo sia nata», perché anche allora «lui mi picchiava». «Non avrei mai voluto arrivare a dire pubblicamente che uomo sei. Tu che ci tieni così tanto alla tua carriera ormai fatiscente al punto che hai scelto di convivere con due personalità diverse ed opposte peggio di Dr. Jekyll e Mr. Hyde», scrive Anna Laura. E aggiunge: «Dopo 13 anni di un grande amore ma anche grandi sofferenze ho pensato di farti un regalo. L'ultimo degli infiniti che ti ho fatto in questi anni. Il più prezioso: forse ora prenderai coscienza... visto che sembri sempre inconsapevole delle tue azioni come un bimbo di 3 anni. Forse stavolta ti sto aiutando davvero. Ti regalo la possibilità di fare un Upgrade. Di diventare finalmente un Uomo. Non lo faccio per rabbia ma per la nostra piccola Rosalù che ha bisogno di un padre e non di un fratellino piccolo e violento». Non è solo la reazione esasperata di chi non ce la fa più, è la scelta di chi ha «pensato a lungo se farlo o meno». E alla fine ha cliccato sul mouse. Per dare un aiuto «alle donne che subiscono uomini che sembrano angeli e poi ci riducono così».
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.