Lo scandalo delle presunte tangenti del Qatar a eurodeputati e funzionari del Parlamento europeo continua ad allargarsi. Le ombre dell’indagine si allungano sul gruppo dei Socialisti & Democratici e di conseguenza colpiscono la delegazione europea del Partito democratico, che di S&D è parte integrante. Ovviamente, i delegati dem prendono le distanze dagli “intrallazzi” di Antonio Panzeri (ex cgil e Articolo 1), ma tra gli uffici sigillati dalla magistratura belga ci sono anche quelli di Andrea Cozzolino e Alessandra Moretti: due eurodeputati dem. Il Pd è alle solite: mentre è impegnato a fare la morale sui diritti all’esecutivo di centrodestra, non si accorge di avere in casa chi quei diritti li sta già calpestando.
La doppia morale del Pd
Se ne accorge anche Matteo Renzi che, giustamente, parla di “doppia morale” di un Partito democratico alle prese con gli scandali interni, prima quello legato alla Soumahoro family, ora la corruzione in sede europea. “Le responsabilità sono personali. Certo è che in alcuni casi c’è una sorta di doppia morale, di ipocrisia”. “E questo - aggiunge Renzi intervistato a Mattino Cinque – vale soprattutto a sinistra”.
La tesi del leader di Italia Viva è tanto semplice quanto veritiera. Quando sono gli altri a commettere degli errori, il Pd, forte della sua presunta superiorità morale, si erge a paladino della giustizia e indica i colpevoli come tutti corrotti e pericolosi. Al contrario, se i problemi risiedono in casa loro, gli esponenti corrotti “sono solo compagni che sbagliano”. “Non va bene – ribadisce il senatore di Italia Viva – I moralisti senza morale non hanno più futuro”. Renzi non vuole trarre subito le conclusioni rispetto agli episodi di corruzione e aspetta il verdetto finale della magistratura: “Dobbiamo essere garantisti, anche se entro in casa e ti becco come zio Paperone – scherza l’ex premier – c’è sempre la presunzione di innocenza”. Anche se, conclude Matteo Renzi, “in questo caso si fa un po' più fatica a crederci”.
Il Qatargate colpisce il Pd
Chi ci crede, sempre di più, è il giudice Michel Claise. La sua inchiesta continua e l’aria che si respira a Strasburgo, dove per la prima volta dallo scoppio dello scandalo si sono riuniti i deputati e assistenti, è caratterizzata da timore, choc e rabbia. E ora, a tremare, è anche il Partito democratico. Il motivo è presto detto: gli sviluppi dell’indagine, oltre a colpire i transfughi del Pd come Panzeri si ripercuotono direttamente su due figure di spicco nell’area dem, Andrea Cozzolino e Alessandra Moretti. Gli uffici di entrambi sono stati perquisisti e sigillati.
Di Cozzolino, sono rispuntate mail a favore del Qatar, inoltrate al suo gruppo parlamentare, in occasione del voto sui Mondiali di calcio nel paese del Golfo.
Ad Alessandra Moretti, si ricorda invece il suo viaggio a Doha insieme a Marc Tarabella, al centro dell’indagine. Si scrive "Italian connection" , si legge "Pd connection" della corruzione con sede a Strasburgo.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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