“Il complotto dell’Italia”. Le ONG con la sinistra contro gli accordi con l’Albania

Sea Watch mette nero su bianco il suo obiettivo: portare migranti in Ue e non in porto sicuro, facendo leva su un ipotetico "diritto fondamentale di fuggire sul territorio dell’Ue"

“Il complotto dell’Italia”. Le ONG con la sinistra contro gli accordi con l’Albania
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L'accordo tra Italia e Albania per l'esternalizzazione delle frontiere va nella direzione giusta e lo dimostrano le rimostranze scomposte e urlate che arrivano dalla sinistra. Mentre la Germania socialista guarda con interesse al progetto italiano, al pari dell'Austria e di altri Paesi dell'Unione, i soliti chiacchieroni senza soluzioni si muovono in rimostranze senza fondamento. Dalla politica italiana di sinistra arrivano accuse contro il governo che, per primo nell'Ue, ha avuto l'intuizione e la capacità di azione in questa direzione. Ma a blaterale ci sono anche le Ong dei migranti, che in Europa vedono sfumare la propria egemonia e libertà di azione.

Mentre la Germania pensa a una modifica della legge sul contrabbando, che potrebbe portare alla criminalizzazione delle Ong in quando entità che agevolano l'ingresso in Europa di soggetti irregolari e senza documenti, l'Italia, dopo aver messo in pratica i decreti Piantedosi, sposta fuori dall'Ue il sistema di approdo. Perché le Ong si lamentano? Sono escluse dagli accordi, quindi potranno continuare a far sbarcare i migranti raccolti nel Mediterraneo in Italia. Ma c'è un elemento di dissuasione in questo accordo tra Italia e Albania, perché chiunque si metterà in mare non avrà più la certezza di essere accolto in Europa per presentare asilo, rimanendoci a oltranza tra tempi di verifica, ricorsi, varie ed eventuale. Questo porterà a un minore numero di persone che rischierà la vita in mare e, quindi, a un minore numero di migranti da recuperare per le Ong.

Ecco perché, al di là delle rimostranze di facciata che tentano di aggrapparsi al diritto internazionale, le Ong ora alzano la voce. L'ultima in ordine di tempo è Sea Watch: "Il governo italiano complotta per infrangere il diritto comunitario e internazionale. La settimana scorsa, il primo ministro italiano, Giorgia Meloni, ha stretto la mano a Edi Rama, il primo ministro albanese, accettando di creare campi progettati per trattenere fino a 3000 richiedenti asilo sul territorio albanese". Così scrive l'organizzazione tedesca, sbagliando anche la capacità di accoglienza dei centri italiani in Albania, che sarà nell'ordine di 30mila.

"Le persone in movimento sono minacciate di una violazione imprevedibile del loro diritto fondamentale di fuggire sul territorio dell’UE e chiedere asilo nell’alleanza statale. Le persone in movimento sono private dei loro diritti, indipendentemente dalla violenza e dai costi", scrivono dalla Sea Watch, L'elemento più importante di queste proteste è che le Ong finalmente stanno mostrando il loro volto, perché non esiste il diritto di chiedere asilo in Unione Europea per gli africani ma quello, eventualmente, di chiederlo in un Paese sicuro e l'Albania lo è.

Ma al di là di questo, Sea Watch ha mostrato qual è il suo obiettivo, ossia portare le persone in Ue e non in un porto sicuro, perdendo il senso della misura: i centri in Albania saranno comunque italiani e

i richiedenti meritevoli di asilo entreranno in Italia e, quindi, in Europa al termine dell'iter. Quelli non meritevoli verranno rimpatriati senza entrare in Europa, senza violare alcun diritto. Con buona pace delle Ong.

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