Consiglieri scrocconi in cella Ma le manette scattano soltanto per il centrodestra

Sedici consigli regionali su venti sotto inchiesta per la gestione dei fondi. Ma i provvedimenti cautelari a sinistra non valgono

Consiglieri scrocconi in cella Ma le manette scattano soltanto per il centrodestra

Sedici consigli regionali sotto inchiesta su venti, tutti per l'allegro uso dei fondi a disposizione dei partiti nelle Regioni. Centinaia di indagati, tra peculato e truffa, e qualche arresto. Se si eccettua l'assessore regionale della Basilicata, Vincenzo Viti (Pd), finito ai domiciliari nell'ambito di un'inchiesta sull'uso illecito di rimborsi regionali, gli altri provvedimenti cautelari riguardano esponenti del centrodestra. Dal famigerato «Er Batman» Franco Fiorito, l'ex capogruppo Pdl in Regione Lazio, già sorvegliato a vista nel carcere di Regina Coeli, al consigliere regionale campano, ancora Pdl, Massimo Ianniciello (arresti domiciliari per truffa aggravata) fino ai due consiglieri regionali sardi finiti in cella ieri, l'ex capogruppo Pdl Mario Diana e Carlo Sanjust, presidente della commissione regionale Cultura, accusati il primo di peculato e il secondo anche di falso (arrestato anche un imprenditore cagliaritano per concorso in peculato).

Il gip di Cagliari ha motivato gli arresti, nelle 55 pagine di ordinanza, col rischio di un inquinamento delle prove e reiterazione del reato. «Si è dimostrato - scrive il giudice - che il comportamento tenuto dagli indagati fin dal momento delle illecite appropriazioni è stato sempre finalizzato a creare una apparente regolarità contabile e a rendere ardua qualsiasi successiva verifica». Al consigliere Diana viene contestata una cifra complessiva di 250mila euro, mentre Sanjust è accusato di averne spesi circa 23.000 dei fondi pubblici per organizzare il suo matrimonio (300 invitati). Ancora più lungo l'elenco di spese prodotte da Diana, ex Pdl fuoriuscito per contrasti col governatore Cappellacci. Migliaia di euro pubblici usati per acquistare penne di lusso, Rolex d'oro, portafogli di marca, quadri, o per pagare convegni, pranzi, ed «eventi». Un'altra passione di Diana, ora nel carcere di Oristano, erano i libri antichi. Preziose edizioni - consegnate direttamente a casa del politico, per «tramandarle ai figli» - come San Francesco D'Assisi da 7.450 euro, Mundus Novus per quasi 10mila euro. Una biblioteca da 42mila euro, tutto a spese dei contribuenti sardi. Tra le spese del gruppo consiliare Pdl, sotto osservazione della Gdf, ci sono anche 7 televisori e 38mila euro in biglietti d'auguri, acquistati nel giro di cinque mesi.

Ma le inchieste sui rimborsi dei consiglieri regionali toccano sedici regioni italiane, a partire dall'Emilia-Romagna, dove la Procura di Bologna ha acquisito una mole di carte su cene e acquisti che nulla hanno a che fare con l'attività politica. Campione nel settore si è rivelato il capogruppo Pd, Marco Monari, indagato per peculato assieme agli altri 8 capigruppo.

Monari ha ottenuto rimborsi per 30mila euro, in un anno e mezzo, con la causale «ristorazione» (più una ricevuta dell'hotel Dei Dogi di Venezia per due notti in una stanza da 1.100 euro). Non da meno i colleghi di altri consigli regionali, dalla Val D'Aosta alla Campania (60 consiglieri indagati con l'accusa di peculato, in ballo 2,5 milioni di euro).

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