Conti correnti violati, ora si cercano i complici dell'impiegato spione: "Possibili mandanti"

La procura di Bari non esclude che dietro le ricerche di Vincenzo Coviello possano esserci un mandante interessato ad avere informazioni sulle alte cariche dello Stato

Conti correnti violati, ora si cercano i complici dell'impiegato spione: "Possibili mandanti"
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Settemila accessi su 3500 conti correnti in due anni. Questi sono i numeri della "spy story" che arriva dalla Puglia, dove un impiegato di Banca Intesa della filiale di Bisceglie per due anni ha controllato i conti personali di personalità politiche e imprenditoriali, di cittadini comuni e personaggi dello spettacolo e dello sport. Ha dichiarato di essere una persona curiosa e di averlo fatto per soddisfare la sua mania del controllo ma agli inquirenti questa versione non convince e tra le ipotesi investigative c'è anche la possibilità che, oltre a un possibile mandante, possa esserci anche un complice, o forse più di uno.

L'idea che Vincenzo Coviello possa aver agito di sua iniziativa solo per lo sfizio di verificare i conti correnti dei personaggi che negli ultimi due anni hanno popolato le cronache italiane non regge. Anche perché l'uomo, su alcuni conti, ha anche fatto accesso alle transazioni delle carte di credito, che permettono di tracciare gli spostamenti dell'utente controllato. Gli accertamenti degli inquirenti, in questa fase, dovranno accertare se l'ex dipendente, licenziato in tronco l'8 agosto, "verosimilmente in concorso e previo concerto con persona/e da identificare (mandante/i degli accessi abusivi al sistema informatico del Gruppo Intesa San Paolo e destinataria/e delle informazioni acquisite tramite l'accesso abusivo)", abbia "effettuato delle operazioni di accesso abusivo e dunque di accesso indebito ai dati finanziari di istituzioni poste a fondamento della Repubblica", al fine di "procurare a sè e/o ad altri, attraverso la consultazione di quei dati, notizie che, nell'interesse della sicurezza dello Stato o, comunque, nell'interesse politico, interno o internazionale, dello Stato dovevano rimanere segrete".

Tra le ricerche di Coviello, infatti, ci sono anche i conti di Giorgia Meloni, Ignazio La Russa, Guido Crosetto e numerosi componenti del parlamento italiano, i cui dati sensibili sono da considerarsi segreti per privacy e per sicurezza dello Stato. Durante la perquisizione effettuata a casa dell'impiegato sono stati sequestrati computer, tablet, notebook, chiavi usb e altre periferische usate presso la vecchia postazione di lavoro.

Ma non può essere al momento escluso che possano essere state fatte copie dei dati, anche se Coviello ha dichiarato agli inquirenti di non aver mai scaricato i dati trafugati. Tuttavia, essendoci già state delle incongruenze nelle dichiarazioni dell'impiegato, non è possibile al momento avere certezze in tal senso.

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