Come è possibile che una donna che ha denunciato i suoi aguzzini sia stata per anni considerata una calunniatrice o una matta, e le sue dichiarazioni abbiano impiegato un tempo quasi infinito per essere messe alla base di un processo? Cosa ha da dire il ministro della Giustizia Carlo Nordio sul comportamento tenuto dalla procura di Siena nella vicenda di Miriam, la donna che racconta con dovizia di particolari tremendi gli stupri e le violenze di una banda di satanisti?
Sono queste le domande contenute nell’interpellanza depositata ieri al ministro della Giustizia da parte di Stefania Ascari, deputato e prima firmataria della legge sul “codice Rosso”, quello che prevede una corsia preferenziale per le denunce di donne abusate. In questa vicenda la corsia preferenziale sembrano invece averla avuta i due coniugi varesini cui Miriam, allora diciassettenne, era stata affidata dal tribunale dei minori: da allora iniziarono gli abusi. A partire dal primo, incontrovertibile: l’uomo, Fabio Bertin, mette incinta Miriam, che partorisce un bambino. Al padre affidatario di Miriam il tribunale consente di riconoscere il figlio-nipote e continua ad affidare altri minorenni: undici, in totale. Gli affidamenti vengono revocati solo quest’anno, dopo che la procura di Milano ha iniziato finalmente a indagare sul caso. Nel frattempo, Miriam era stata raggiunta anche in Toscana dove si era rifugiata, e di nuovo stuprata nel corso di messe nere celebrate da uomini incappucciati.
Il prossimo 26 settembre Bertin e la moglie dovranno comparire davanti al giudice preliminare Sofia Fioretta, dopo che il pm Stefano Ammendola ha chiesto il rinvio a giudizio per stupro e riduzione in schiavitù. Le carte dell’indagine, estremamente crude, raccontano come il pm milanese abbia trovato una quantità notevole di riscontri alle accuse di Miriam: riscontri che gli inquirenti senesi non avevano neanche cercato.
“Nessuna attività investigativa di riscontro sembrerebbe sia stata compiuta dalla procura di Siena”, si legge nell’interpellanza della onorevole Ascari. “Bisogna smettere di mettere sul banco degli imputati le vittime, di screditarle, sminuirle e colpevolizzarle.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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