Così Giorgia ha smontato le bugie di Bonaccini: "Oltre cento milioni per piccole-medie imprese"

L’elencazione degli interventi del governo in Emilia-Romagna zittisce i dem

Così Giorgia ha smontato le bugie di Bonaccini: "Oltre cento milioni per piccole-medie imprese"
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«A distanza di oltre tre mesi dai primi eventi alluvionali del maggio scorso, non risulta ad oggi in corso alcuna attività circa il riconoscimento e il ristoro dei danni subiti da cittadini e imprese dell’Emilia Romagna». Così inizia la lettera del Presidente Bonaccini indirizzata al premier Meloni. Due pagine, di cui Il Giornale è in possesso, di richieste di maggiori finanziamenti e maggiore liquidità dopo la catastrofe che ha colpito la Romagna. Precisa, però, è la risposta del premier che non si fa attendere e che smonta tutte le bugie di Bonaccini. «Lei ha ripetutamente affermato che sul territorio non sarebbe arrivato sino ad oggi neanche un euro», scrive Meloni nella risposta in possesso de Il Giornale. «Le citerò per questo alcuni importi già concretamente erogati in favore della popolazione». All’affermazione di Bonaccini sull’«esecuzione di risorse assegnate che non consente neppure di attivare misure di primo sostegno» Meloni risponde con i fatti.
Trenta milioni di euro a famiglie e imprese; liquidazione di oltre 14000 domande di indennità in favore dei lavoratori autonomi per circa 18 milioni di euro; 20mila domande accolte sull’ammortizzatore unico. Ma non solo: sono state emesse e garantite più di 500 operazioni per oltre 100 milioni di euro di finanziamento in favore delle piccole e medie imprese.
Queste sono solo alcune delle erogazioni già fatte dal governo e che sconfessano le parole di Bonaccini che addirittura parlava di «un rischio di alimentare un crescente senso di frustrazione e abbandono nelle comunità alluvionate». Ma il dem continua, minando l’onorabilità e la fiducia del governo proponendo di cambiare la legge: «Trasferire con una semplice norma le risorse stanziate e non spese nella diretta disponibilità del Commissario per la ricostruzione, gen.
Francesco Figliuolo».
Questo perché, continua «è di tutta evidenza, come una parte consistente di queste risorse destinate dai singoli ministeri non potrà essere spesa per le finalità stabilite dalle attuali norme». Anche su questo Meloni risponde: «Il Commissario Figliuolo ha più volte ribadito, rispondendo alle richieste dei sindaci, che gli oltre 2500 interventi in somma urgenza censiti e che comportano una spesa pari a 413 milioni di euro verranno integralmente ristorati dal governo secondo quanto già deliberato, analogamente è garantita totale copertura per gli interventi di ricostruzione pubblica, per un totale di 1 milione e 113 mila euro». «Potrei proseguire a lungo - scrive il premier - nell’elencazione delle risorse dedicate e che dimostrano come non sia corretta l’informazione diffusa secondo la quale non si sarebbe visto un euro». L’accento va su quelle risorse stanziate e non ancora erogate dal governo, che «attende che la regione provveda ad inviare le dovute richieste, come nel caso dei 50 milioni di euro messi a disposizione dal ministero dell'Agricoltura». Meloni pone l’attenzione anche su quella che sembrerebbe una gentile concessione fatta dal governo per le condizioni territoriali prima dell’alluvione. «Non le sfuggirà - scrive infatti Meloni a Bonaccini - che se avessimo voluto rispondere ad una inutile polemica politica, avremmo potuto insistere sulla richiesta di acquisire i dati relativi alla cura e manutenzione di questo territori». I report sono stati richiesti dal governo già dal primo incontro ma «ancora non trasmessi dalla Regione e che si rendono comunque indispensabili per verificare quale fosse la situazione di cura e sicurezza idrogeologica prima dell’alluvione».

«Il governo e il Parlamento hanno deciso di dare ai cittadini e alle imprese certezze nei tempi e nelle risorse piuttosto che inseguire qualche battuta propagandistica, magari cambiando termini e cifre in corso d’opera», conclude Meloni.

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