"Così porterò Siena nel futuro": la sfida di Emanuele Montomoli

Imprenditore, Emanuele Montomoli si presenta come candidato sindaco di Siena con il sostegno del centrodestra. "La mia città mi ha dato tanto e ora vorrei fare qualcosa per lei". Ecco quali sono i punti fondamentali del suo programma

"Così porterò Siena nel futuro": la sfida di Emanuele Montomoli

La campagna elettorale per le elezioni amministrative di Siena sta entrando nel vivo. Il centrodestra ha ufficializzato il sostegno a Emanuele Montomoli, imprenditore sceso in campo lo scorso settembre con la propria lista civica. Lo abbiamo intervistato per capire quali sono i capisaldi del suo programma e i piani per amministrare la città del Palio in caso di vittoria.

Quando e perché ha scelto di candidarsi a sindaco di Siena?
"Ho annunciato la mia candidatura l'anno scorso, a settembre, malgrado fossi stato sollecitato prima dell'estate. Ho scelto poi di candidarmi prima delle elezioni nazionali, ritenendo che quello potesse essere il momento giusto per rafforzare l'idea di una candidatura civica non espressione dei partiti. Sul perché, la risposta è semplice: sentivo di dover rendere a Siena quello che Siena mi ha dato nel corso degli anni. La mia città mi ha dato tanto e ora vorrei fare qualcosa per lei. In più ho ricevuto la sollecitazione di molti amici e conoscenti. Ho deciso quindi di fare una lista civica e ora eccomi qui".

Lei si è presentato come civico ed è poi stato appoggiato dal centrodestra. Quali sono i punti che condividete?
"Le nostre idee sono comuni. Abbiamo le stesse posizioni per quanto riguarda lo sviluppo che dovrebbe avere Siena. Ho accettato il sostegno della coalizione di centrodestra nel momento in cui i partiti hanno circoscritto un perimetro preciso attorno alla precedente amministrazione".

In che senso?
"Chi mi sostiene offrirà una continuità politica all'attuale amministrazione ma una grande discontinuità amministrativa. Personalmente, non posso accettare la continuità amministrativa di De Mossi".

Il programma elettorale ai raggi X


Le proposte di Montomoli si articolano su tre macro pilastri. Vediamoli nel dettaglio, a cominciare dalla necessità di offrire alla città toscana nuove occasioni di sviluppo.

Quali sono i capisaldi del suo programma elettorale?
"Sono sostanzialmente tre asset strategici che dovranno portare Siena nel futuro. Il primo è legato alle scienze della vita e alle biotecnologie. C'è poco da dire: Siena deve consolidare la sua vocazione in questo ambito. Basta dare uno sguardo alla sua storia. È dall'inizio del 1900, da quando Achille Sclavo era rettore della città, che Siena è sempre stata un punto di riferimento - non solo nazionale ma mondiale - nell'ambito delle scienze della vita e nella prevenzione delle malattie infettive. Bisogna sfruttare e anzi potenziare un patrimonio del genere. In questo momento, poi, c'è in palio la partita dell'hub anti pandemico e del biotecnopolo. Si tratta di una partita tanto importante quanto complessa, che dovrà essere portata in fondo nel miglior modo possibile perché rappresenterà lo sviluppo economico di Siena per i prossimi 10-20 anni. Un’altra priorità è quella di evitare che i nostri giovani siano costretti ad andar via per mancanza di opportunità o per inadeguatezza del proprio titolo di studio. Non dovrà quindi mancare il sostegno ai nuovi investimenti, puntando a portare sul territorio posti di lavoro qualificati e, soprattutto, incentivando le imprese giovanili".

Al secondo punto del suo programma cosa mette?
"Turismo, arte e cultura. Siena ha un patrimonio artistico e culturale rilevante che deve essere valorizzato. Non possiamo accontentarci del macro evento annuale in primavera o dei due pali. A Siena deve essere garantita una presenza turistica più destagionalizzata, 'spalmata' cioè durante tutto il corso dell'anno. Da questo punto di vista sarà strategico il contributo che ci potrà dare il governo con strumenti specifici, tra cui il rifinanziamento della cosiddetta legge speciale per Siena. La mia città ha un centro storico e un patrimonio enorme. Con le tasse dei soli cittadini senesi è difficile anche solo mantenerlo, figuriamoci migliorarlo e valorizzarlo come si deve".

Che mi dice sulle scienze della vita e la valorizzazione del patrimonio artistico-culturale?
"Il terzo asset strategico comprende le infrastrutture, un campo nel quale Siena è ferma a diversi anni fa. Penso ad esempio alle connessioni con le altre province. Faccio poi un altro ragionamento. Firenze è connessa ad Arezzo via autostrada. Se però qualcuno durante il tragitto volesse o dovesse passare da Siena, quel viaggiatore dovrebbe uscire a Siena Nord attraversare gran parte del centro e prendere la statale Siena-Bettolle a Siena sud. È molto scomodo. Siena deve mettere in piedi alcune infrastrutture e modernizzarsi. Anche su questo il governo ci potrà dare un contributo strategico e decisivo. Ma c'è altro da dire...".

Emanuele Montomoli

Prego.
"Questi sono i tre asset strategici principali del mio programma. Poi però c'è anche la routine di tutti i giorni che va tenuta in larga considerazione perché è quella che i cittadini vanno a vedere di più. E per la quale, inoltre, pagano le tasse comunali che io considero ancora troppo elevate".

Cosa comprende la routine?
"Quando faccio i miei incontri con la cittadinanza non dico che rimetterò in ordine il verde pubblico o che mi occuperò del decoro, perché quello rientra, per il mio modo di pensare, nel minimo sindacale che ogni sindaco dovrebbe garantire. Da imprenditore sono convinto che occorra una capacità di programmazione molto maggiore rispetto al passato. Mi concentrerò su tutte quelle misure di gestione quotidiana del bene pubblico sulle quali Siena può e deve migliorare. Penso ai rifiuti, dove rimane ancora un po' di confusione malgrado in pochi anni si sia passati ad una percentuale di raccolta differenziata estremamente rilevante, al problema del decoro in alcune zone del centro storico, e alla viabilità".

Come valuta i 5 anni di chi ha guidato la città prima di lei?
"Dobbiamo distinguere le criticità dai punti di forza. Direi quindi che l'amministrazione guidata da De Mossi in alcune cose è andata bene e in altre meno bene. La prima di tutte le criticità, a mio avviso una delle più rilevanti, è stata l'enorme distanza tra l'amministrazione e i cittadini. In una città di 50mila abitanti come Siena il sindaco deve essere un po' un capofamiglia ed essere vicino ai cittadini, ai problemi della quotidianità. Vanno benissimo gli asset strategici e la gestione dello straordinario, ma bisogna fare altrettanta attenzione alla gestione del quotidiano. Sui punti di forza sottolineo la gestione ordinaria dei rifiuti, con la raccolta differenziata passata dal 30 a più del 60%. Certo è che va completamente rivisto il rapporto che il sindaco di Siena deve costruire con i sindaci dei comuni limitrofi. Anche se di colore diverso, sono comunque sindaci con i quali bisogna lavorare. Tutti i comuni limitrofi hanno infatti costruito al confine con Siena, e ci sono enormi costi che ti ritrovi a gestire se vesti i panni di sindaco. Basti pensare ai numerosi cittadini che vengono a lavorare e a portare i figli a scuola a Siena ma che, di fatto, pagano le tasse e vivono in un altro comune".

Come sfruttare al meglio il turismo - penso a quello di qualità - per evitare che Siena si trasformi in una "città cartolina" per trascorrere soltanto weekend mordi e fuggi?
"Siena ha caratteristiche tali che, almeno in questo momento, non le consentono di poter sfruttare un turismo di massa. A quello, al turismo di massa, bisogna semmai ambire quando ci sono i macro eventi annuali che le citavo. Su questo siamo esperti perché, a prescindere da chi è il sindaco, gestiamo già i due pali annuali oltre alle Strade Bianche. In quei periodi sappiamo che la città avrà rilevanti picchi di turisti. Bisogna però destagionalizzare, fare in modo di portare le persone a Siena tutto l'anno. Quello che immagino per Siena non dovrà essere un turismo di massa e neppure di nicchia o di soli ricchi, ci mancherebbe altro. Dovrà però essere un turismo di qualità".

Accanto al turismo quali altri progetti immagina per rilanciare la città?
"Oltre a quanto già spiegato sottolineo la necessità di migliorare ulteriormente il rapporto con l'università. Negli ultimi anni a Siena ci sono meno studenti e la città è diventata meno appetibile. Bisogna quindi fare di tutto per invertire il trend. Quando gli studenti arrivano affittano le case, vanno nei ristoranti, rilanciano in parte i consumi creando un piccolo circolo virtuoso".

Siena è una città importante per il settore delle biotecnologie e delle scienze della vita. Secondo lei è possibile fare leva su questa eccellenza - troppo spesso dimenticata - per trasformare la città toscana in un hub riconosciuto a livello nazionale, se non internazionale?
"Sì, senz'altro. Insieme al rafforzamento e miglioramento del rapporto con le università, questo è uno degli aspetti su cui bisogna fare leva. Per farlo bisogna però che a Siena tornino le persone. All'inizio degli anni '70 in città c'erano circa 65mila abitanti che, dagli anni '80 ad oggi, sono calati fino agli attuali poco meno di 54mila. Per altre città è stato diverso. Il numero di abitanti è rimasto costante o addirittura è aumentato (di pari passo con la ricchezza)".

Salvo gli ultimi anni Siena è sempre stata un "feudo rosso", uno dei fortini storici della sinistra. A suo avviso come è stata governata?
"È vero: Siena è sempre stata un "feudo rosso". Tutti gli errori che son stati fatti fino all'ultima amministrazione precedente a quella di De Mossi son sempre stati commessi dal Pd e dai partiti di sinistra che lo hanno preceduto nel corso degli anni. De Mossi è stato il primo sindaco non di centrosinistra o sinistra di Siena, e anche per questo la gente si aspettava da lui una rottura con il passato, non solo in ambito politico e amministrativo. Purtroppo non è avvenuto niente di simile. De Mossi non ha saputo rompere con il passato né cavalcare l'onda del cambiamento".

C’era una volta Mps, la "banca/mamma" di tutti i senesi. Com’è stato il risveglio dopo il terremoto? Cosa resta di quel tesoro per Siena e i senesi? Secondo Emanuele Montomoli chi ha sbagliato di più e quando?
"Difficile dirlo ora. Ci sono state dinamiche complesse a prescindere da qualsiasi colore politico. È evidente che siano stati commessi gravi errori. In questo sono convinto che il governo nazionale sarà di grande aiuto anche per quello che concerne il futuro riassetto di Mps. Su questo anche il premier Meloni, qualche mese fa, ha espresso parole molto chiare. Emanuele Montomoli però non vorrebbe impegnare il suo tempo a cercare di capire chi ha sbagliato in passato, né vorrebbe portare avanti 'vendette' nei confronti di qualcuno. La mia amministrazione vorrebbe guardare al futuro. Mi impegnerò di salvare il salvabile, che è il minimo, ma anche e soprattutto di provare a costruire un futuro diverso per Siena.

Vorrei che Siena rompesse con il passato e potesse svilupparsi attorno a settori economici in crescita, come quello delle scienze della vita. Prima gravitava tutto attorno a Mps. Ora bisogna voltare pagina e dedicarsi ad ambiti più in linea con il presente".

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