"Così è simile alla dittatura". L'attacco stonato di Vecchioni a Meloni

Il cantautore non rinuncia al solito copione che allude al regime autoritario. Poi difende le opposizioni bocciate dagli italiani: "Non è fatta da deficienti e cretini. Ogni tanto vanno ascoltati"

"Così è simile alla dittatura". L'attacco stonato di Vecchioni a Meloni
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Compagni, avanti tutta! Le elezioni europee sono alle porte e perché mai bisognerebbe rinunciare al canto del solito ritornello stonato? Un suono già di per sé fastidioso, ma almeno dai cantanti di professione ci si aspetterebbe un'esibizione intonata e più o meno decorosa. Invece Roberto Vecchioni ha deluso le aspettative e, dopo aver dato l'ennesima dimostrazione dell'iscrizione al fronte anti-governo, ha fatto eco al nutrito esercito di personaggi noti dello spettacolo che ritiene opportuno piazzarsi davanti alle telecamere e scagliarsi contro Giorgia Meloni. Tanto per cambiare.

Il cantautore e paroliere, intervistato da Giovanni Floris nel corso dell'ultima puntata di DiMartedì su La7, è stato interpellato sull'atteggiamento mostrato dal presidente del Consiglio in particolar modo in questi ultimi giorni di campagna elettorale. Il conduttore ha parlato di ossessione per i nemici, ossessione per la critica, ossessione per il dissenso. Ovviamente guai a parlare dell'ossessione di una certa sinistra che puntualmente fa le analisi del sangue agli esponenti di centrodestra per scoprire legami con il fascismo e avanzare sospetti sulla loro identità nera.

La domanda di Floris è stata un assist per Vecchioni che, dal canto suo, non ci ha pensato due volte e ha reso noto al pubblico la sua posizione: "Il rifiuto dell'opinione altrui, e soprattutto quella dei giornalisti, è molto simile alla dittatura. Già solo l'idea, è una matrice che poi si riscontra". A pochi giorni dal voto poteva mai mancare l'allusione alla forma autoritaria di governo? Certo che no. Poco importa poi valutare se l'opposizione ha un approccio responsabile e avanza proposte costruttive o se si rifugia dietro una dura battaglia di facciata per mascherare il fallimento di quei partiti che fino al 2022 erano al governo e ora sproloquiano dispensando ricette.

Anche su questo punto Vecchioni si è soffermato. Ha definito Meloni "popolare e populista": da una parte perché è conosciuta e amata dai suoi, dall'altra perché usa il popolo. Ma ascoltate bene la curiosa visione del cantautore: bisogna essere leader della Nazione pensando anche agli altri partiti. "Certamente metterà davanti le istanze del proprio partito, ma c'è una cosa che si chiama opposizione che non è fatta da deficienti e cretini. Ogni tanto vanno ascoltati", ha affermato.

Peccato che la sinistra sia stata ascoltata bene dagli italiani e, proprio per questo, è stata bocciata alle urne il 25 settembre 2022. Motivo per cui bisogna tenersi alla larga dalle soluzioni rosse, in particolar modo se non sono state messe nero su bianco da chi ora le propone dopo essere stato al governo.

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