"Cosa davamo in cambio? Voti e tesseramenti"

P.Z. scortava in comunità i vip del Pci-Pds-Ds: "Niente era gratis"

Rodolfo Fiesoli, il "profeta" del Forteto
Rodolfo Fiesoli, il "profeta" del Forteto

dal nostro inviato a Vicchio del Mugello (Firenze)

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P.Z. è un ex ragazzo del Forteto cui spesso toccava accompagnare il fondatore della comunità, Rodolfo Fiesoli, quando arrivavano i politici. I vip del Pci-Pds-Ds venivano condotti alla bottega del Mugello a visitare il santuario della sinistra, il tempio dove le idee del '68 erano realizzate, il mito incarnato dell'operaismo, del comunitarismo, dell'abolizione dell'unione stabile tra uomo e donna come fondamento della convivenza e dei rapporti sociali.

Si faceva anche politica, al Forteto. Quella «alta» dei convegni, dei saggi e dei libri. Quella «media» delle campagne elettorali: Claudio Martini nel 2005 vi concluse quella delle regionali in cui ottenne il secondo mandato come governatore. Ma anche quella «bassa», la più utile al partito: le tessere. P.Z. ricorda bene che nel 1995 fu convocata una riunione tra i ragazzi del Forteto che votavano per la prima volta alle amministrative. Non volarono zoccoli e mestoli, come durante i «chiarimenti» serali, ma lo scopo era chiaro. Orientare il voto. «Il Forteto tendenzialmente è di sinistra, si votava a sinistra - ha dichiarato alla Commissione regionale bipartisan di inchiesta -. Mi ricordo che ci fu una situazione, ci spiegò per chi votare e come votare, perché c'aveva i nominativi. Insomma, era una cosa parecchio mirata».

Il Profeta conosceva bene i meccanismi del consenso. «Il Forteto aveva bisogno di tantissimi appoggi e l'appoggio vero politico era quello. Come quando si fecero le tessere dei partiti e s'era tutti di sinistra, tutti! Successe che c'erano movimenti nella politica, insomma la sinistra poteva vincere, e allora fu deciso che tutti i grandi, quasi tutti, il 70-80% facessero la tessera, naturalmente tutti di sinistra. Poi ci fu la scissione e furono divise le tessere un po' in qua e in là». Il riferimento è alla spaccatura a Rifondazione del 1998 che diede vita al Partito dei comunisti italiani. E uno dei politici più vicini al Forteto è Eduardo Bruno, classe 1951, ex dirigente del Pci, tra i fondatori del Prc e successivamente proprio del Pdci, deputato nella legislatura 1996-2001 e successivamente consigliere regionale della Toscana.

Il tesseramento di massa al Forteto non era privo di effetti. «Avevamo anche dei ritorni - ammette ancora P.Z. -: i permessi che magari venivano accettati con più facilità. Naturalmente gratis non si fa nulla per nulla. Quando si andava a Vicchio nella sezione a fare le riunioni si aveva una delega di 30-40-50 persone e il voto contava». Ma a P.Z. non piaceva la sinistra, lo disse chiaro e provocò discussioni infinite. Alla fine, estenuato, accettò gli ordini di scuderia.

«Poi tanto nella cabina ci sono io e basta: feci l'errore di votare per la destra, tornai a desinare e, mentre stavo passando dietro al Ceccherini, mi batte sulla spalla. “Lo sai per chi *** ho votato? Per la destra". Per Fini, all'epoca, e poi è successo un casino».
(SteFil)

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